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Numero 2 – 2021

Scritto dal Prof. LUIGI MURRI

SPERIMENTARE NUOVE MODALITA’ NELLA FORMAZIONE MEDICA

 

Finalmente una buona notizia, attesa da tempo: sapere che l’offerta formativa dell’Università del Salento si arricchirà attivando il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia. La presenza di questa facoltà, che formalmente non esiste più dal 2010 essendo stata sostituita dai Dipartimenti ma questo non ha modificato la struttura della Scuola Medica, avrà importanti benefici in vari campi. Sia verso gli studenti e loro famiglie che troveranno nel Salento una sede adeguata senza essere obbligati a spostarsi altrove, decisione che talora porterà al mancato ritorno nella propria terra. Sia verso gli altri Dipartimenti che avranno nuovi stimoli di ricerca con l’attivazione delle Scienze Mediche. Sia verso le strutture Ospedaliere che verranno stimolate dalla presenza e dall’interesse ad apprendere propria dei giovani. Sia verso il territorio che potrà avere un ritorno in iniziative imprenditoriali se i Ricercatori Medici saranno capaci di trasferire i risultati ottenuti nel proprio Ateneo per sviluppare prodotti innovativi attraverso la nascita di Spin-off e di Start up.

Attivare un Corso così specifico porterà vari problemi organizzativi e di personale docente, ma certo potrà essere la sede adatta per sperimentare nuove modalità nella formazione medica, specie se il numero degli studenti sarà limitato, trattandosi peraltro di giovani motivati ed altamente selezionati. E’ da tempo che si discute sulla necessità di ridurre le ore dedicate alle lezioni frontali  aumentando quelle focalizzate all’apprendimento pratico attraverso la formazione di piccoli gruppi o all’uso di tecniche di animazione che permettono di interagire col docente in tempo reale. Ne consegue una maggior presenza nei reparti e negli ambulatori che porterà ad una maggiore collaborazione fra medici universitari ed ospedalieri, partecipazione che in passato era talora mancata anche per un percorso di carriera rigidamente diverso. Ed anche la frequenza negli ambulatori del medico di Medicina Generale permetterà al giovane di osservare le difficoltà di essere in prima linea e non nell’ambito di un reparto organizzato, come sta dimostrando l’attuale pandemia che ha evidenziato l’errore di polarizzare le risorse in una sanità ospedale-centrica a scapito della medicina territoriale.

Ma se le metodiche didattiche possono sempre più affinarsi per migliorare l’apprendimento, la vera difficoltà risiede nella possibilità di stimolare l’empatia verso il malato e cioè il vecchio problema del rapporto medico/paziente, su cui già ne discuteva Platone. Problema sentito particolarmente ora a causa del rapido e rilevante incremento delle tecnologie che possono portare a focalizzarsi sul singolo organo o apparato dimenticando il malato, la sua storia, le sue paure.
E’ stato così dato un ruolo alle Medical Humanities che tendono a stimolare l’interesse verso aspetti etici, psicologici, sociologici, metodi di comunicazione col malato e con i familiari con il rischio di sommergere lo studente di un elevata quantità di nozioni.

Sarà interessante vedere se l’Università del Salento con la sua tradizione umanistica riuscirà a portare un contributo su un tema di difficile inquadramento. Ma l’Università non è e non deve essere solo didattica: essa è la sede preposta per la ricerca e l’innovazione dove il giovane, a seconda dei suoi interessi, potrà trovare adeguati stimoli per intraprendere la carriera di Ricercatore, lavoro poco retribuito ma pieno di soddisfazioni che apre la possibilità di spostarsi in altre sedi presso gruppi di ricerca avanzata. Le esperienze all’estero sono un bagaglio importante non solo di competenze ma anche di rapporti umani che serviranno a scambi continui nel tempo per tutto il proprio gruppo ma il nostro Paese continua ad investire poco nella ricerca e non viene preso in considerazione, a parte isolate sedi di eccellenza, dai ricercatori stranieri. Almeno si dovrebbero aumentare i fondi per facilitare il rientro dei nostri giovani e non disperdere tutto il lavoro fatto per la loro formazione e spero che l’istituzione di questo Corso di Laurea nel Salento sia di stimolo a richiamare docenti da altre Università.

 

Prof. LUIGI MURRI
Prof. Luigi Murri

 

Il Prof. Murri è Professore Ordinario di Neurologia presso l’Università di Pisa e Fondatore dell’Italian Sleep Foundation. Ha inoltre istituito il Premio Internazionale Pisa Sleep Award per coloro che hanno contribuito allo studio dei disturbi del sonno ed è stato Direttore della Clinica Neurologica e Neurofisiopatologia dell’Università di Pisa e del Dipartimento di Neuroscienze dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana. Si occupa principalmente di Cefalea, Demenze, Parkinson, Ictus, Epilessia e Neuropatie periferiche.
È autore di oltre 400 pubblicazioni scientifiche ed ha partecipato, anche in qualità di relatore ed organizzatore, a numerosi congressi in Italia e all’estero.
Il Prof. Luigi Murri è nato a Mesagne.

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