ALTAMENTE A RISCHIO LE PERSONE ANZIANE MALATE DI CANCRO
L’Italia è il paese europeo che è stato colpito per primo e più duramente dall’epidemia di COVID-19. Dal febbraio 2020, lo scoppio della malattia epidemica in Italia, con esiti fatali fino al 10% dei casi, ha reso urgente l’adozione di misure straordinarie per evitare la rottura del SSN italiano. L’aggiornamento del 1° aprile 2020, in Italia, ha registrato 102.669 casi confermati di COVID-19, con un’età media dei pazienti di 63 anni. I pazienti deceduti erano anziani (età media 80 anni) e spesso avevano una diagnosi di cancro (circa il 20%). Pertanto, nello straordinario scenario epidemiologico della pandemia di COVID-19 in Italia, le persone anziane in cura per il cancro hanno un rischio particolarmente elevato di essere gravemente colpite da COVID-19.
Sulla base dei dati aggiornati al 30 marzo 2020, l’ISS ha descritto i dati demografici e le caratteristiche cliniche di 10.026 pazienti deceduti in Italia che erano positivi per COVID-19. La distribuzione geografica dei decessi ha mostrato la Lombardia come la principale regione di morte dall’inizio dell’ epidemia. L’età media dei pazienti deceduti con COVID-19 positivi è 79,4 anni (mediana 80,0, Intervallo quartile — IQR 75,0-85,8); 3.088 erano donne (30,8%).
Per quanto riguarda il numero di decessi per fascia d’età, l’età media dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 era di ∼15 anni superiore alla mediana di tutti i pazienti che avevano contratto l’infezione (età media dei pazienti deceduti: 80 anni; pazienti infetti: 65 anni) (Figura 1A). Le donne decedute dopo aver contratto l’infezione da COVID-19 erano più anziane degli uomini (età media: donne 84, uomini 79) e la mortalità aumentava notevolmente dopo i 70,8 anni (Figura 1B).
Informazioni su condizioni preesistenti erano disponibili anche in un sottogruppo di 909 pazienti deceduti. Il numero medio di comorbidità osservate in questa popolazione era 2,7, con il 51% con tre o più condizioni preesistenti. Le malattie cardiovascolari, il diabete e il cancro erano tra le condizioni più frequentemente descritte già presenti nei pazienti deceduti al momento dell’infezione da COVID-19 (5). Non è ancora disponibile un’analisi multivariata per attribuire i pesi corretti agli effetti delle malattie croniche e dell’età avanzata. A questo proposito, dovrebbe essere considerato anche il ruolo di noti fattori di rischio (ad es. Il fumo) per l’insorgenza di condizioni croniche.
Inoltre, mancano dati significativi sulle caratteristiche del cancro, incluso il tipo di tumore, lo stadio e il trattamento in corso, dei pazienti deceduti con COVID-19. L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ha già implementato specifiche indagini multicentriche nazionali e internazionali (ad esempio, lo studio AIOM-LCORONA).
Lo scenario demografico ed epidemiologico italiano è caratterizzato da uno dei più alti indici di invecchiamento nel mondo, con programmi di salute pubblica corrispondenti ben consolidati per la popolazione geriatrica e le malattie croniche associate. Di conseguenza, negli ultimi decenni, la comunità medico-scientifica italiana ha sviluppato una forte sensibilità e attenzione per gli anziani e la medicina geriatrica.
Nel campo dell’oncologia, i problemi relativi agli anziani e all’invecchiamento sono stati un chiaro obiettivo del Gruppo italiano per l’oncologia geriatrica (GIOGER) dalla fine degli anni ’90 (6, 7). Da allora, gli oncologi italiani hanno promosso la ricerca clinica incentrata sul cancro negli anziani e anche una faticosa campagna di promozione contro qualsiasi forma di ageismo. Allo stesso modo, l’Associazione Italiana Oncologi Medici (AIOM) pubblica annualmente raccomandazioni e linee guida per la gestione dei malati di cancro anziani (8).
TERAPIA ORALE MIRATA
Di conseguenza, nello straordinario scenario emergente dove le persone anziane con cancro sono a doppio rischio (età e terapia immunosoppressiva) e sono il gruppo più vulnerabile all’essere gravemente colpiti dalla pandemia di COVID-19, affrontiamo un’emergenza che coinvolge non solo l’assistenza sanitaria e l’economia ma anche aspetti culturali ed etici. In effetti, dal punto di vista della salute organizzativa, il governo italiano ha adottato misure straordinarie per limitare la trasmissione virale e allocare risorse alle unità mediche e di terapia intensiva.
Da parte loro, gli oncologi italiani hanno intrapreso azioni rapide per aggiornare i loro programmi di assistenza alla luce delle nuove esigenze emergenti. In considerazione della necessità di ridurre il rischio di polmonite SARS-CoV-2 nei pazienti anziani con cancro, per garantire la migliore continuità di cura e contenere la trasmissione di casi infetti tra i pazienti, sono stati previsti suggerimenti pratici. Includono la promozione della telemedicina, la limitazione del turnover di pazienti, parenti e caregiver e la fornitura di strumenti e nuove strategie terapeutiche.
Dato che la continuità e la tempestività dei trattamenti antineoplastici devono essere garantite, un’attenzione ancora maggiore deve essere prestata alle valutazioni che sono già regolarmente eseguite in oncologia, considerando caso per caso la valutazione delle opzioni di trattamento basate sulle caratteristiche biologiche del tumore, la clinica foto e i nuovi potenziali rischi per la salute derivanti dall’infezione COVID-19 (9).
Le misure raccomandate mirano essenzialmente a:
- favorire il più possibile il distanziamento sociale dei malati di cancro anziani e limitarne la frequenza e il ricovero negli ospedali dove il rischio di infezione è elevato;
- ridurre l’immunodeficienza e gli eventi iatrogeni correlati al trattamento che aumentano il rischio di infezione grave e richiedono il consumo di risorse mediche.
Per i pazienti anziani affetti da cancro non affetti da malattia, si ritiene opportuno posticipare il follow-up (ad esempio, a 6-12 mesi), fornendo il triage telefonico e / o telematico. Per i pazienti con malattia in trattamento orale, si consiglia di valutare la tollerabilità e gli esami di laboratorio mediante triage telematico. Inoltre, secondo l’Agenzia italiana per i farmaci (AIFA), è ora possibile prolungare il tempo di rifornimento dei farmaci.
Per i pazienti con malattia attiva in trattamento con agenti endovenosi, devono essere utilizzati regimi con un intervallo più lungo (ad esempio, 4 settimane), mentre i regimi settimanali dovrebbero essere evitati quando possibile; in un contesto curativo e adiuvante, è consigliabile considerare l’uso profilattico dei fattori di crescita per agenti ad alto rischio di mielosoppressione, minimizzando, se possibile, il numero di cicli di chemioterapia o la durata del ciclo prolungato; quando sono disponibili più opzioni di trattamento, può essere preferibile la terapia orale mirata anziché gli agenti endovenosi, poiché richiede meno interazione con l’assistenza sanitaria e risorse mediche.
Per i pazienti affetti da carcinoma resecabile, la chemioterapia perioperatoria con elevati rischi di neutropenia deve essere evitata. Per quanto riguarda gli operatori sanitari, al fine di evitare il sovraffollamento nelle sale di attesa, nell’area di chemioterapia e nelle aree di parcheggio e al fine di garantire un allontanamento sociale sicuro, gli accompagnatori non sono ammessi se non in situazioni espressamente autorizzate.


Direttore S.C. Oncologia Medica – Lecce
Bibliografia
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