UN IMPEGNO COMUNE PER LA FACOLTA’ DI MEDICINA A LECCE
Non passa settimana che non appaia su qualche testata giornalistica una nuova interessante notizia più o meno di questo tenore:
“Cari concittadini, a dispetto delle manovre dei nostri decisori politici (generalmente avversari), per la struttura XYZ del nostro territorio, individuata come struttura da ridimensionare (o addirittura da sopprimere) all’interno del nuovo assetto delle strutture sanitarie regionali, per nostro interessamento, con il concorso di questo e questo altro ente (mettete voi le indicazioni che più vi aggradano – università pubbliche e private, centri vari di ricerca medica, ditte, sponsor, ecc.) si apre una stagione nuova. Corsi specialistici, ricerche all’avanguardia nei campi di sicuro interesse per il territorio, ecc. saranno punti di eccellenza per la nostra struttura che darà lustro al territorio.”
Come commentare notizie di questo tipo? A prescindere da qualsiasi considerazione sulla provenienza politica dei proponenti. Voci dal sen fuggite? Si può pensare ancora che possano essere ammesse episodiche proposte campanilistiche? Dovrebbe essere chiaro a tutti che ogni attività nel campo della Sanità (non solo provinciale) non può prescindere dal trinomio Ricerca-Sperimentazione-Assistenza; attività che devono coesistere e svilupparsi in un contesto unitario, nazionale, internazionale e non solo “locale”.
Quanta fatica fanno i nostri bravi medici, lontani dai centri di ricerca medica organizzati, a tenersi aggiornati per coniugare degnamente, nel loro concreto impegno quotidiano, Ricerca, Sperimentazione ed Assistenza! Fornire alla classe medica una serie di “cattedrali isolate” soggette sicuramente ad una vita (forse anche scientificamente rilevante ma) legata alle contingenze locali, non sembra una strategia proponibile ed accettabile da parte del territorio salentino.
L’UNIVERSITA’ E LA SANITA’ SALENTINA DISPONGONO DELLE GIUSTE PROFESSIONALITA’
La classe medica del nostro territorio ha dimostrato, nel tempo e con i fatti, che può aspirare a ben altro. E’ ben noto, per esempio, che ha avuto prestigiosi riconoscimenti, in campo nazionale ed internazionale, anche nel campo della ricerca. Allora, proprio in considerazione delle notizie di cui parlavo prima, che, mi auguro, dimostrino non solo l’interesse dei proponenti per il “particolare” ma anche l’interesse per il Pianeta Salute nel suo complesso, forse è ora di “unire” i rivoli in un unico alveo e di marciare insieme per creare un Polo per la Ricerca Medica sul territorio ed attivare una Scuola di Medicina nel Salento, per il Salento.
L’apertura della nuova struttura ospedaliera al Fazzi, la possibilità di avere aule e laboratori nei vecchi edifici, la pluriennale collaborazione con l’Università del Salento con il Progetto Dream, le specifiche competenze dei Biologi e Chimici del Disteba, degli Ingegneri e dei Fisici nel campo dei biomateriali, la presenza di eccellenze scientifiche anche tra il personale medico del Fazzi, sono tutti punti che potrebbero prospettare un progetto di fattibilità per una Scuola di Medicina molto solido, soprattutto se organizzato attorno al tema “La Medicina del Domani”. Questo il presente.
Ma per organizzare il futuro occorre, di sicuro, fare un poco di storia, analizzare le buone pratiche che hanno avuto successo, comprendere se una Scuola di Medicina era già nei programmi di chi ci ha preceduto e come era stata organizzata e finalizzata (chiedendosi, anche, perché i progetti via via elaborati negli anni non siano stati coronati da successo).
La istituzione e l’attivazione della “Facoltà di Medicina e Chirurgia” è un pensiero che ha attratto moltissimo, e da tempi remoti, tanto che credo sia difficile trovare alcuni dei primi promotori. Alcuni giorni fa ho avuto l’opportunità di visionare un articolo giornalistico del 1959 dove si poteva leggere la sensazionale notizia della imminente apertura a Lecce della Facoltà di Medicina e Chirurgia. I promotori dell’iniziativa, sicuramente i grandi nostri conterranei promotori della nascita dell’Università di Lecce, che avevano una visione prospettica dello sviluppo culturale del nostro Salento, avevano ben chiara l’importanza della cultura universitaria per le popolazioni salentine.
Ricordo con molto affetto e gratitudine quanto ebbe ad esprimere il compianto Rettore Codacci Pisanelli in una delle sue ultime apparizioni pubbliche nel nostro Ateneo (naturalmente esprimo il suo pensiero, non posso riportare le sue precise parole): “Eravamo convinti che dovevamo istituire a Lecce l’Università, centro di cultura e progresso, per permettere anche alle nostre giovani salentine di frequentare gli studi universitari e promuovere così lo sviluppo del territorio”.
A ben vedere l’idea espressa dal Magnifico Rettore è profonda (e sconvolgente per l’epoca): avere consapevolezza del fondamentale ruolo della donna per la promozione della società espresso in modo così chiaro, in quegli anni, dimostra grande lungimiranza e lucidità di pensiero; precorre tante discussioni, spesso strumentali e/o urlate, sul ruolo della donna nella società.
Non molto noto ai più è l’intervento di un famoso professore (attualmente in pensione) della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Pisa, legato al Salento dalla stima e affetto per il suo Maestro di origine salentina. Il suo interessamento si scontrò con lo scarso interesse, se non addirittura l’ostilità, della classe medica e politica dell’epoca. Il contesto di unità di intenti, di comunanza di visioni progettuali si stava lentamente sfaldando di fronte ad una visione sempre più parcellizzata degli obiettivi e ad un interesse di parte/partito sempre più invadente.
Sicuramente l’obiettivo dell’istituzione e dell’attivazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia era uno dei punti non palesemente espresso ma presente nelle attività di due grandi Rettori dell’Ateneo salentino: Donato Valli ed Angelo Rizzo. Entrambi hanno segnato lo sviluppo della nostra Università indirizzandolo verso un maggiore coinvolgimento con le problematiche del territorio ed anzi hanno cercato di indicare al territorio le vie per uno sviluppo che permettesse al Salento di poter affrontare le sfide che il futuro prospettava. Entrambi hanno cercato di coagulare attorno all’Università e ad una idea di sviluppo del Salento tutte le forze attive e propositive del territorio, senza distinzioni politiche, coinvolgendo anche istituzioni, enti, strutture di ricerca nazionali ed internazionali. Hanno operato, soprattutto, per ricreare quel favorevole contesto di comunità di intenti e di visioni che aveva dato così buoni frutti negli anni passati per istituire ed attivare l’Ateneo salentino.
Mi rammento, in particolare, l’impegno del compianto Angelo Rizzo per sollecitare prestigiosi esponenti del mondo accademico, anche delle Facoltà di Medicina, a venire a Lecce per conoscere la realtà universitaria salentina e discutere delle prospettive che potessero aiutare la nostra terra. Mi restano impressi nella memoria alcuni incontri da lui organizzati con eminenti studiosi che mettevano le loro idee al servizio del Salento. Se ricordo bene gli incontri erano pubblicizzati come “10 voci per il Salento” (ma non ne sono sicuro).
Economisti, giuristi, filosofi, fisici, medici … tutti coinvolti non solo per le loro indubbie competenze ma anche perché portatori di visioni prospettiche nelle rispettive discipline e quindi utili a far comprendere come si potesse coniugare nel migliore dei modi possibili le nostre caratteristiche con quello che già si organizzava ed “implementava” in altri luoghi. Insomma incontri che potessero indirizzare il nostro Salento, l’Università e i nostri giovani per non restare tagliati fuori dai processi di sviluppo nazionali, europei ed internazionali.
Alcune delle mie amicizie, in ambito medico, che si sono consolidate nel tempo, sono nate dalla frequentazione di questi incontri. Alcune idee “catturate” nelle discussioni con i bravissimi colleghi invitati da Angelo Rizzo, mi avevano convinto della necessità dell’apertura della Facoltà di Medicina e Chirurgia a Lecce.
Non era ancora all’epoca una idea pubblicamente espressa ma (a buon intenditor poche parole!) era una idea che aleggiava. I corsi di laurea in Matematica e Fisica avevano preparato il terreno per la Facoltà di Scienze Bancarie (poi Economia e Commercio) e per la Facoltà di Ingegneria.
In quelli anni si dava un forte impulso (con una coraggiosa scommessa su giovani promettenti) a settori della Fisica che sicuramente avrebbero intersecato l’evoluzione della Facoltà di Medicina (si pensi a Nanotecnologie e alla strumentazione di precisione, ai laser, ecc., settori nei quali sia Fisica sia Ingegneria hanno prodotto ricerche di eccellenza). Il Dipartimento di Biologia apriva le sue porte a docenti provenienti da settori medici ed indirizzava alcune sue linee di ricerca nell’ambito della Medicina. Lo stesso CNR distaccava a Lecce sezioni di ricerca chiaramente indirizzate alla Medicina; a Lecce fu creata una sezione dell’Istituto di Fisiologia Clinica, “filiale” della prestigiosa sede di Pisa.
Con queste premesse non deve stupire se, Rettore il prof. Limone, un nuovo tentativo per istituire la Facoltà di Medicina e Chirurgia sia stato tentato. E’ del 12/12/2006 il piano di fattibilità redatto da una commissione all’uopo nominata dal Rettore. Alla redazione di tale piano hanno partecipato anche i Direttori Generali delle ASL dell’epoca. Vi era stato anche un pronunciamento positivo di quasi tutti i Presidi delle Facoltà di Medicina e Chirurgia. Alcuni Primari degli Ospedali salentini avevano espresso entusiasmo per quanto si proponeva nel piano. Anche in questo caso la possibilità di istituire la Facoltà di Medicina e Chirurgia è venuta meno. Non mi sembra utile, a pochi anni dalla stesura del piano, andare a ricercare eventuali “colpe” od “errori” commessi. Sicuramente qualcuno (persona o ente o istituzione) avrà sbagliato in qualche modo (spero in buona fede!).
Quello che mi sento di dire è che il piano era (e secondo me lo è ancora) impostato in modo innovativo rispetto alla vecchia “classica” struttura della laurea in Medicina e Chirurgia. Vi era una sorta di “scommessa” su quella che si intravedeva dovesse essere la Medicina del futuro, sempre più dipendente dalla tecnologia e quindi con la necessità di formare dei medici abbastanza flessibili ed aperti alle innovazioni. Mi viene in mente, a proposito, la confessione di un amico medico che mi confidava di essere rimasto sconfortato quando uno dei suoi docenti lo obbligò a studiare anche Informatica; ora, mi diceva, ringrazia quel suo lungimirante docente.
Il piano partiva da una analisi della struttura demografica, sociale ed economica del territorio salentino, considerava le strutture sanitarie presenti sul territorio e le strutture di ricerca; analizzava anche il bacino di utenza per quanto riguarda gli studenti e l’impatto economico in modo diretto ed indiretto e tutte le informazioni che potessero supportare la richiesta dell’istituzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
FOCALIZZARE L’ATTENZIONE SU ALCUNI PUNTI STRATEGICI
Nel piano si focalizzava poi l’attenzione su alcuni punti strategici per le attività della “istituenda” Facoltà: Fisiopatologia Cardiovascolare; Neuroscienze; Oncologia; Diagnostica Avanzata. Negli anni scorsi, soprattutto prima o a conclusione delle prove di selezione per l’accesso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, abbiamo potuto leggere, su testate giornalistiche locali, sia articoli sia lettere al Direttore da parte di genitori interessati all’apertura a Lecce di un corso di laurea in Medicina.
Notizie che hanno avuto scarsa fortuna e dimenticate dai più nel giro di pochi giorni. Nondimeno sollecitazioni importanti che hanno segnalato e tenuto “in agenda” il problema di Medicina: nonostante il disinteresse di gran parte del mondo accademico e del settore medico, alcuni salentini avvertivano la necessità dell’istituzione del corso di Laurea in Medicina e ognuno di loro adducendo differenti motivazioni. Sarebbe interessante rileggere quanto è stato scritto negli anni scorsi per recuperare le idee da loro espresse.
Ci sono, ora, delle ragioni che possano giustificare la richiesta dell’istituzione ed attivazione della Scuola di Medicina (come oggi è denominata la Facoltà di Medicina e Chirurgia)? E proprio qui, a Lecce? Voglio segnalarne due (ma sicuramente i più esperti di me ne potranno trovare altre e semmai più cogenti).
La prima riguarda il numero dei medici italiani; sono sempre meno e con l’attuale ritmo di laureati (e di pensionamenti) si prevedono gravi carenze di personale nel comparto della Sanità.
La seconda (riprendo quanto detto precedentemente) riguarda il livello raggiunto dalla Sanità salentina e dalle competenze che il nostro Ateneo può mettere a disposizione del corso di Laurea in Medicina. Quali sono le ragioni che possono essere d’ostacolo? Io ne vedo solo una: l’aspetto economico!
Ma è lo stesso ostacolo presente quando fu attivato l’Ateneo Salentino. Fu superato con il concorso economico dei Comuni Salentini e con l’impegno di tutte le forze politiche. Riprendiamo con fiducia quel tipo di azione sociale. Forse sarà un inizio in salita e duro, ma dovrebbero sorreggerci due sperabili obiettivi:
il ridimensionamento, se non addirittura l’annullamento, dei viaggi sanitari fuori regione; la conferma di una frase riferita ad un illustre clinico di una famosa struttura sanitaria: “Io che sto in clinica sono bravo perché negli scantinati del mio istituto si fa ricerca per il futuro.” (Ricerca-Sperimentazione-Assistenza)

Prof. Eduardo Pascali Ordinario di Analisi Matematica – Unisalento