UNA MALATTIA DIVENTATA PRIORITA’ DI SANITA’ PUBBLICA
La malattia di Alzheimer rappresenta la forma più comune di demenza ed è stata riconosciuta dall’OMS una priorità di sanità pubblica. Studi su soggetti presintomatici e portatori delle mutazioni genetiche associate alla malattia di Alzheimer hanno identificato la presenza di alterazioni patologiche cerebrali molti anni prima dell’esordio clinico. Negli ultimi anni, uno dei maggiori interessi della ricerca nelle malattie neurodegenerative consiste nell’identificazione di biomarcatori che siano affidabili nel riconoscimento precoce della malattia di Alzheimer e utili per l’arruolamento e il follow-up dei pazienti nei trials clinici.
Solo pochi marcatori di neuroimaging sono stati approvati per l’uso clinico e la maggior parte di essi sono ancora oggetto di investigazione scientifica (1). Sebbene la risonanza magnetica strutturale può fornire un contributo importante nell’identificazione di forme secondarie di demenza, le misure di atrofia cerebrale hanno solo una modesta sensibilità e specificità nella diagnosi differenziale delle demenze primarie (2). Negli ultimi anni, sono state sviluppate nuove tecniche di risonanza magnetica che consentono l’identificazione del danno cerebrale non solo su scala macroscopica, ma anche microscopica. Una di queste è il “Magnetization transfer imaging” (MTI), basata sul fenomeno del trasferimento di magnetizzazione, che risulta dall’interazione tra i protoni contenuti nelle molecole d’acqua e quelli legati a macromolecole proteiche o lipidiche, come per esempio la mielina. Questo fenomeno può essere quantificato tramite il “magnetization transfer ratio” (MTR), ovvero il rapporto del trasferimento di magnetizzazione.
Studi autoptici su pazienti con sclerosi multipla hanno descritto un’associazione tra valori ridotti di MTR e 0demielinizzazione e danno assonale (3) .
Un lavoro del nostro gruppo(4), recentemente pubblicato sull’ “American Journal of Neuroradiology”, ha studiato il ruolo del “Magnetization transfer imaging” nella diagnosi di Alzheimer e nell’identificazione di deficit cognitivo, indipendentemente dall’atrofia cerebrale e dalle lesioni della sostanza bianca (WMH: “white matter hypertensities”). Settantasette pazienti con malattia di Alzheimer di grado lieve-moderato e settantasette controlli sani sono stati sottoposti a valutazioni cliniche e di risonanza magnetica a 3 Tesla. Valori di MTR sono stati calcolati per la corteccia cerebrale, per la sostanza bianca apparentemente normale (NAWM), per le WMH e per le “AD-signature regions”.
Quest’ultime sono aree cerebrali che nello studio di Wu et al. sono state ritenute essere le regioni dove avvengono i primi cambiamenti patologici tipici della malattia di Alzheimer (5). Queste includono l’ippocampo, la corteccia paraippocampale, il cuneo, il precuneo, la corteccia entorinale e il lobulo parietale inferiore. Dalle nostre analisi è emerso che, in tutte le aree cerebrali considerate, ridotti valori di MTR erano associati alla diagnosi di malattia di Alzheimer, indipendentemente dall’età, dal sesso, dai valori di atrofia cerebrale e dalle lesioni della sostanza bianca, determinate con la scala di Fazekas (6).
Inoltre, nel gruppo dei pazienti, ridotti livelli di MTR nella corteccia cerebrale, nell’ippocampo, nel cuneo, nella corteccia paraippocampale e entorinale erano associati a deficit cognitivi, valutati tramite il Mini-Mental State Examination (7) e la batteria di test neuropsicologi del “Consortium to Establish a Registry for Alzheimer disease (CERAD)(8). Il contributo del MTI nella determinazione del deficit cognitivo era modesto, ma indipendente dal livello di atrofia cerebrale e di danno della sostanza bianca.
In conclusione, i risultati del nostro studio indicano che l’uso del “Magnetization Transfer Imaging” può fornire ulteriori informazioni oltre alla mera valutazione dell’atrofia cerebrale e del danno della sostanza bianca. Studi longitudinali sono necessari per valutare se questa tecnica di risonanza magnetica possa essere utile nell’identificazione precoce dei pazienti con compromissione cognitiva lieve (“Mild Cognitive Impairment”) che progrediscono verso la malattia di Alzheimer.

Università di Graz (Austria)
Biblliografia
- Bayram E, Caldwell JZK, Banks SJ. Current understanding of magnetic resonance imaging biomarkers and memory in Alzheimer’s disease. Alzheimer’s and Dementia: Translational Research and Clinical Interventions. 2018. p. 395–413. doi: 10.1016/j.trci.2018.04.007
- Mahalingam S, Chen MK. Neuroimaging in Dementias. Seminars in Neurology. 2019;39(2):188–199. doi: 10.1055/s-0039-1678580
- Schmierer K, Tozer DJ, Scaravilli F, et al. Quantitative magnetization transfer imaging in postmortem multiple sclerosis brain. Journal of Magnetic Resonance Imaging. 2007;26(1):41–51. doi: 10.1002/jmri.20984
- Colonna I, Koini M, Pirpamer L, A. Damulina, E. Hofer, P. Schwingenschuh, C. Enzinger, R. Schmindt end S. Ropele et al. Microstructural Tissue Changes in Alzheimer Disease Brains: Insights from Magnetization Transfer Imaging. American Journal of Neuroradiology; 2021; doi: 10.3174/ajnr.A6975
- Wu A, Sharrett AR, Gottesman RF, et al. Association of Brain Magnetic Resonance Imaging Signs With Cognitive Outcomes in Persons With Nonimpaired Cognition and Mild Cognitive Impairment. JAMA network open. NLM (Medline); 2019;2(5):e193359. doi: 10.1001/jamanetworkopen.2019.3359
- Fazekas F, Chawluk JB, Alavi A. MR signal abnormalities at 1.5 T in Alzheimer’s dementia and normal aging. American Journal of Neuroradiology. 1987;8(3):421–426
- Folstein MF, Folstein SE, McHugh PR. “Mini-mental state.” Journal of Psychiatric Research. 1975;12(3):189–198. doi: 10.1016/0022-3956(75)90026-6
- Morris JC, Heyman A, Mohs RC, et al. The consortium to establish a registry for alzheimer’s disease (CERAD). Part I. Clinical and neuropsychological assessment of alzheimer’s disease. Neurology. 1989;39(9):1159–1165. doi: 10.1212/wnl.39.9.1159