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Numero 1-2020

Scritto dal Dr. Leopoldo Ruggiero Pediatra Adolescentologo, Coordinatore Gruppo di Studio “Prevenzione Ludopatia” Della SIMA (Soc. It. Medicina dell’Adolescenza)

IL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO E’ UNA VERA EMERGENZA

Definizione

Il Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) o Ludopatia può insorgere in adulti o minori quando il gioco d’azzardo non è più occasionale ma diventa ripetitivo, prolungato ed incontrollato. In tali casi si può sviluppare una vera e propria malattia da dipendenza, che si insinua subdolamente ed insidiosamente, denominata nel manuale delle malattie mentali, Disturbo da Gioco d’Azzardo, inserita nel capitolo delle dipendenze “senza sostanza” e descritta come “un comportamento disadattivo legato al gioco d’azzardo, persistente o ricorrente, che sconvolge attività familiari, personali, e/o professionali”. (DSM5 2013)

Diffusione

La malattia da gioco d’azzardo può interessare i minori, che giocano spesso anche in casa tramite telefonini, tablette o computer.
E’ stata documentata (Fonti Ministeriali), nella fascia d’età tra 15 e 19 anni, una percentuale del 7% di ragazzi giocatori con profilo problematico, ossia con un comportamento di gioco poco controllato ed una percentuale del 2,2 % di giovani giocatori già patologici, cioè con le caratteristiche cliniche della dipendenza conclamata.

Cause

La Ludopatia ha un’origine multifattoriale, fattori genetici, vulnerabilità individuale e fattori condizionanti ambientali, come la convivenza con giocatori, possono comporre una miscela esplosiva. Nell’adolescenza fattori predisponenti all’azzardo ed al rischio sono proprio le “fisiologiche” caratteristiche psicoevolutive del ragazzo, di ribellione, di rifiuto di modelli educativi, di adeguamento alla condotta dei pari. Tutto ciò può favorire la partecipazione del giovane al gioco d’azzardo, ad altre azioni trasgressive ed anche all’uso di alcool e droga.

Meccanismi neurobiologici

In età adolescenziale si verifica (Sommerville 2010) uno sbilanciamento tra l’attivazione precoce delle strutture limbiche, cosiddette del piacere (feel good system), responsabili degli impulsi emotivi e del craving verso stimoli gratificanti, rispetto ad uno sviluppo tardivo delle regioni prefrontali, deputate al controllo comportamentale volontario e che regolano e frenano la ricerca compulsiva del piacere (decision making). Questo squilibrio potrebbe essere una spiegazione neurobiologica della elevata disponibilità tipica dell’adolescente ad assumere vari comportamenti rischiosi.

Precoci segnali d’allarme

Per un medico non è facile sospettare precocemente la malattia. La comparsa di stati d’ansia immotivata, di comportamenti aggressivi, di facile irritabilità, di umore altalenante, di cefalea ed insonnia, senza apparenti origini organiche, specie se associati a perdita di interesse del giovane per lo studio, lo sport e le attività ricreative, con tendenza all’isolamento ed all’introversione, possono sottendere la patologia ed indirizzare verso adeguati approfondimenti diagnostici.

 

Scritto dal Dr. Leopoldo Ruggiero Pediatra Adolescentologo
Scritto dal Dr. Leopoldo Ruggiero Pediatra Adolescentologo
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