Numero 2 – 2020
Dr.ssa Suor Margherita Bramato -Direttore Generale Azienda Ospedaliera Cardinale G.Panìco – Tocase
IL PRIMO IMPEGNO E’ STATO ORGANIZZARE AL MEGLIO LA GESTIONE DEI PAZIENTI SOSPETTI
La pandemia ha avuto un impatto che, lungi dall’essere limitato agli Ospedali attrezzati per il ricovero di soggetti Covid positivi, ha riguardato in maniera rilevante anche i cosiddetti Ospedali “non Covid”, chiamati a ri-organizzare repentinamente e profondamente la propria attività al fine di garantire, nella massima sicurezza, interventi diagnostici terapeutici e riabilitativi non dilazionabili per le patologie severe non Covid.
Ne nostro Salento, l’Ospedale Cardinale G.Panico ha assolto a tale delicata e preziosa funzione nel migliore dei modi. In quest’ articolo il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Card. G.Panìco di Tricase , dr.ssa Sr. Margherita Bramato, espone le problematiche che tale esigenza di ri-assetto ha determinato e le soluzioni che sono state tempestivamente intraprese. LA REDAZIONE DI S.M.
Quanto durerà ancora?
E’ la domanda, ancora oggi, sia pure meno intensa, perché ci sembra di intravedere l’alba, che tutti ci poniamo, rispetto alla fine dell’epidemia Covid-19. Sembra l’eco del profeta Isaia “Sentinella, quanto resta della notte?” E’ ancora, negli occhi e nel cuore di tutti, l’immagine di Papa Francesco, in una piazza S. Pietro deserta, solo, di fronte al Crocefisso miracoloso e all’Icona della Madonna, Salus populi romani, Stella del mare in tempesta, che depone le paure dell’umanità. “Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città, in un silenzio assordante… ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda…. È il tempo di scegliere cosa resta e cosa passa, – dice ancora Francesco – guardando all’esempio di tanti compagni di viaggio, che nella paura, hanno reagito donando la propria vita, che stanno scrivendo, oggi, gli avvenimenti della nostra storia: Medici, Infermieri e Infermiere, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti, tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo”.
Il futuro non è ancora chiaro
Certo è che la lezione di vita di queste settimane fuori dell’ordinario, ci ha resi tutti più responsabili, ce lo auguriamo.
Ora siamo nella fase 2, l’emergenza sembra passata, tante famiglie piangono i loro morti, la gente finalmente passeggia per le strade e riaprono le attività, il parroco aspetta la gente in Chiesa… Tutti guardano al futuro e la voglia di ricominciare è tanta. Ma il virus non se n’è andato: proprio ora è necessario non abbassare la guardia, le mascherine ci ricordano sempre quello che è successo…
In realtà in Puglia, e non solo ma in tutto il sud, siamo stati fortunati perché non siamo stati travolti dal virus, ma abbiamo avuto il tempo per pensare e prepararci a come difenderci ed affrontare l’epidemia. Forse ci ha anche aiutato il nostro stile di vita, l’ambiente più aperto, l’assenza di mezzi di trasporto pubblici sovraffollati… e soprattutto le coraggiose misure di contenimento del contagio. L’evoluzione della propagazione del contagio, come Ospedale, ci spingeva a chiederci come organizzare al meglio la gestione dei pazienti sospetti o con diagnosi certa. Cresceva la preoccupazione in tutto il personale, di poter essere contagiati e a loro volta di portare il contagio nelle loro famiglie. La corretta informativa, sulle misure contingenti adottate per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da covid-19, ha consentito una serena collaborazione e partecipazione di tutto il personale ad affrontare l’emergenza
Tra le principali misure organizzative concretamente adottate in relazione alle disposizioni delle autorità competenti, si evidenziano:
- All’ingresso dell’Ospedale è stata montata una tenda per il triage, così da identificare immediatamente i pazienti sospetti per covid e avviarli ad un percorso separato rispetto ai pazienti no covid, per evitare la possibilità di contatti occasionali tra potenziali infetti e non.
- Vengono individuate due aree di osservazione (cosiddette zone grigie) per i pazienti sintomatici e asintomatici sospetti, in attesa del risultato del tampone naso-faringeo;
- Si adottano check point per ridurre gli accessi alle strutture di degenza e ambulatoriali, tra cui il controllo degli accessi all’ambulatorio oncologico, ematologico e delle chemioterapie;
- Vengono sospesi i ricoveri programmati, eccetto i ricoveri con carattere di urgenza non differibile e dei ricoveri oncologici;
- iene sospesa l’attività ambulatoriale specialistica, di diagnostica strumentale e di laboratorio, di Day Service, eccetto le prestazioni di dialisi, le prestazioni oncologiche-chemioterapiche, le donazioni di sangue;
- Sono sospese le attività front office dei CUP;
- Di conseguenza viene adottato un nuovo piano organizzativo per la gestione delle presenze del personale nell’emergenza Coronavirus;
- Sul sito web aziendale, è predisposta un’area riservata sezione Covid, dove viene resa disponibile la documentazione regolamentare dello Stato, della Regione Puglia e dell’Ente, con valore di notifica a tutto il personale.
Ora si apre la fase 2 con possibilità di ripresa dell’Attività di Ricovero e delle prestazioni specialistiche ambulatoriali. La Direzione strategica, con il coinvolgimento del Servizio di Prevenzione e Protezione e del Medico del Lavoro, ha predisposto un “piano complessivo” di adeguamento alle condizioni previste nelle disposizioni regionali, condiviso e partecipato con il Collegio di direzione e con le rappresentanze sindacali, al fine di favorire una prudente e graduale ripresa delle attività. Anche questa fase, che non esclude l’emergenza, è caratterizzata da misure impegnative e laboriose da osservare, al fine di contenere e prevenire il rischio di contagio.
Di conseguenza, si evidenzia un significativo impatto dell’emergenza Covid-19 sull’Ospedale no covid forse anche più impegnativo che sull’Ospedale covid . Quest’ultimo infatti, essendo un ospedale attrezzato e dedicato, con percorsi e procedure ben definiti, richiede tutta l’attenzione nell’utilizzo corretto dei dispositivi e nell’umanizzazione delle cure dei pazienti covid.
L’impatto sugli ospedali
Negli Ospedali no covid, a mio avviso, l’impatto dell’emergenza della pandemia richiede:
- Una nuova cultura organizzativa. Il divieto di assemblamento e il rispetto del distanziamento, infatti, per mantenere la produttività in termini di servizio e di cura, richiede una adeguata organizzazione delle Sale Operatorie, degli Ambulatori, prolungamento di orario, una diversa intensità delle cure e un adeguato utilizzo del personale. Niente può essere fatto come prima.
- Una riflessione sul significativo impatto economico. La sospensione dell’attività ordinaria di ricovero e delle prestazioni ambulatoriali, nonché dell’attività libero professionale, ha ridotto al minimo le risorse finanziarie, a fronte di maggior impegno di costi del personale e di acquisto di beni strumentali e di materiale sanitario, non ultimo di dispositivi di protezione e prevenzione per il personale e per i pazienti.
- Un’attenta riflessione sull’impatto Sociale. L’Ospedale è sempre stato integrato nel territorio e i cittadini lo hanno considerato un luogo di libero accesso per le loro necessità di salute. Occorre uno sforzo di formazione e informazione dell’utenza, per renderla partecipe che le limitazioni di accesso sono indispensabili per la sicurezza di tutti, in particolare dei pazienti. Il personale sanitario veglia, con attenzione solerte, premurosa e carica di sollecitudine umana e cristiana sui pazienti cercando di attutire la solitudine e la mancanza della vicinanza del familiare. L’utilizzo di nuovi strumenti di comunicazione, telefoni e videochiamate, salvo eccezioni di particolari situazioni, diventano le nuove forme di relazione e di prossimità, a cui ci dobbiamo affidare per il futuro.
Vegliare nella notte è anche il nostro compito di dare speranza, “…scrutare l’aurora”.
Continuiamo ad amare, senza riserve, i pazienti che Dio ci affida, perché l’amore è creativo. Ed è Lui che noi serviamo, forse senza che neppure ce ne accorgiamo, ogni volta che diamo un bicchiere di acqua fresca ad uno dei suoi fratelli più piccoli. Allora a chi ci chiede “Sentinella… quanto resta della notte?” noi dobbiamo poter rispondere “ c’è una schiarita verso il mattino!”

Direttore Generale Azienda Ospedaliera Cardinale G.Panìco – TRICASE