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GLI EFFETTI COLLATERALI DELLA TELEFONIA MOBILE DI QUINTA GENERAZIONE (5 G)

 

 

“…. ammetto la piena responsabilità della nostra generazione
nei confronti della crisi ambientale e ringrazio i giovani
per la loro appassionata mobilitazione…. “

.
Antonio Guterres, Segretario Generale dell’ONU
Climate Action Summit, 23 settembre 2019

L’imminente lancio degli smartphone di quinta generazione (5G), previsto per il 2020, rilancia l’annosa questione del rapporto costo/beneficio del progresso tecnologico, in un momento storico in cui i segnali della crisi ecologica sono sempre più allarmanti. La digitalizzazione ha inoltre prodotto grossi cambiamenti comportamentali e culturali, su scala globale, tant’è che l’attuale “modernità liquida” si caratterizza tra l’altro per una serie di problematiche socio-cognitive collegate al dominio assoluto della cultura visuale (1), l’autoreferenzialità e autonomizzazione della tecnica (2), la conoscenza e l’esperienza acquisite prevalentemente in modo virtuale (3).

L’ulteriore avanzamento della tecnologia wireless e il 5G, con l’innalzamento dei livelli ambientali di elettrosmog, prefigurano imprevedibili e inquietanti conseguenze per la salute e il destino dell’umanità.

Come cambia il mondo con il 5G

L’homo videns, la cui esistenza è improponibile senza l’ausilio di uno schermo, è immerso in una atmosfera di campi elettrici e magnetici artificiali che era inesistente fino a mezzo secolo fa, prima cioè del lancio del telefonino analogico TACS (4).  Con lo sviluppo della rete GSM e UMTS e la “incorporazione” sociale del dispositivo digitale, il fondo elettromagnetico artificiale ha raggiunto un livello di 1018 volte superiore rispetto al 1950.

Trascurando gli effetti negativi dell’inevitabile peggioramento dell’elettrosmog, il 5G promette solo vantaggi, come una più esaltante realtà virtuale, lo streaming istantaneo di filmati ad altissima definizione, un gioco online più coinvolgente. Parallelamente il 5G perfezionerà la comunicazione macchina-macchina, in modo da far dialogare autonomamente gli oggetti (Internet of Things) (5) e realizzerà la “convergenza” delle comunicazioni, per cui grazie all’integrazione di telefonini, satelliti, droni e sensori si potrà controllare più puntualmente il globo terracqueo e sorvegliare ogni suo singolo abitante (6).

Gli effetti sociali di queste nuove applicazioni wireless sono ignoti e imprevedibili, ma con certezza per supportare l’enorme intensità, densità e velocità di traffico dati (gigabit per secondo; tempi di risposta di millisecondi; comunicazioni simultanee più numerose in spazi sempre piu ristretti) richiesto dalle nuove applicazioni multimediali e industriali e dalla copertura ottimale del segnale nelle metropolitane e nei treni superveloci, sarà dilatata la banda operativa dello spettro elettromagnetico (694 MHz-27,5 GHz) e moltiplicato sul territorio il numero di ripetitori e minicelle (femtocell).

L’emissione globale di campi elettromagnetici (cem) ad alta e altissima frequenza associata alle reti wireless pertanto subirà un incremento esponenziale, sia in termini qualitativi (estensione delle frequenze) che quantitativi (aumento smisurato di dispositivi e comunicazioni), con inevitabili conseguenze sulla biologia umana e l’ecosistema.

La scienza al servizio del business

Sebbene la nocività dei radar fosse nota fin dagli anni ’50, solo nel 2011 l’International Association for the Research on Cancer (IARC), che per conto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) classifica il rischio cancerogeno di attività lavorative e prodotti commerciali, ha incluso i campi elettromagnetici (cem) a radiofrequenza (RF) e microonde (MW), e quindi implicitamente il telefonino, nel gruppo degli agenti “possibilmente cancerogeni” (7).

Intanto la mole di dati epidemiologici, sperimentali e clinici che si è andata accumulando è tale da far ritenere il telefonino quasi certamente cancerogeno, mentre la tossicità dell’elettrosmog sugli animali dotati di magnetocettori per l’orientamento è impressionante (8). Tuttavia l’OMS e i governi rimangono insensibili all’appello dei medici ambientalisti e di organizzazioni scientifiche indipendenti, arroccandosi al paradigma scientifico dominante, ovvero alle linee-guida dell’ICNIRP stabilite negli anni ’90.

La tutela di un settore trainante dell’economia di mercato quale il wireless si basa infatti su due semplicistiche assunzioni: che l’energia dei cem è insufficiente a ionizzare le biomolecole (come se la ionizzazione fosse l’unico e solo meccanismo di danno biologico!), e che la eventuale loro pericolosità è se mai data dal brusco surriscaldamento tissutale (9). Per proteggere appunto dagli effetti termici, gli unici previsti per l’esposizione al telefonino, il limite adottato nella UE e in molti stati corrisponde a valori di SAR (Specific Absorbtion Rate) e campo elettrico (E) di 2 W/Kg e 6 V/m rispettivamente.

Di fatto però ripetitori e telefonini producono negli esseri viventi uno stress ossidativo e una perturbazione di flussi elettrici ben al di sotto della soglia termica (effetti non-termici).I principali meccanismi patogenetici dell’esposizione protratta a RF e MW di bassa intensità sono riportati nella tabella 1.

In merito alle condizioni cliniche associate all’uso quotidiano del cellulare, elencate sinteticamente nella tabella 2, va sottolineato come la funzione riproduttiva e lo sviluppo fetale e pediatrico sono elettivamente danneggiati dall’esposizione cumulativa ai tossici ambientali, mentre il cervello viene direttamente investito dal fascio di radiazioni elettromagnetiche emesse dal cellulare durante la conversazione.

Riassumendo, a causa dell’uso “totalizzante” degli smartphone e l’ulteriore innalzamento dei livelli di elettrosmog specie nei luoghi di lavoro e nei mezzi di trasporto, laddove la permanenza delle persone è consistente e la potenza delle emissioni massimale, l’innovazione 5G prefigura l’aggravamento di uno scenario già alquanto preoccupante in termini sanitari, ambientali e sociali (10).

 

Conclusioni

La tecnologia rende la vita sempre più facile, comoda, veloce e divertente, e il wireless svolge egregiamente questo compito. A fronte tuttavia di questi “vantaggi”, che probabilmente rendono l’esistenza umana sempre più banale, gli effetti collaterali del progresso tecnologico sembrano insostenibili.

Limitandoci all’elettrosmg e al rischio sanitario del 5G, escludendo cioè tematiche di ordine sociologico (quali l’emergente società robotica, il declino cognitivo dell’uomo associato al predominio della cultura visuale, la telesorveglianza “liquida” per finalità di marketing) e ambientale (si pensi agli effetti climatologici della alterazione della ionosfera, alla vertiginosa perdita di biodiversità, allo smaltimento della spazzatura elettronica) associate alla proliferazione e alla pervasività del wireless, ci domandiamo, insieme al movimento giovanile attivato da Greta Thunberg, se all’umanità rimane ancora del tempo per impedire l’implosione del pianeta.

Ma per contrastare queste pericolose derive probabilmente non bastano misure restrittive e precauzionali per minimizzare semplicemente i rischi, nè una controinformazione che smascheri le pressioni esercitate dal business sulle politiche sanitarie e la manipolazione sistematica delle evidenze scientifiche.
Servirebbe piuttosto rivedere drasticamente questo modello economico biocida basato sulla crescita illimitata dei consumi grazie anche alla continua induzione di effimeri bisogni.

 

EDITORIALE_Dr. Dimonte Mariano
Dr. Dimonte Mariano
Radiologo, Medico Nucleare, Sociologo
Servizio di Radiologia, P.O. Scorrano, ASL Lecce

 

 

Bibliografia

  1. Dimonte M. Medicus videns: la mutazione antropogenetica della medicina indotta dagli schermi. Il Cesalpino 2017, 44:3-5
  2. Galimberti U. Psiche e techne. L’uomo nell’età della tecnica. Feltrinelli, 2005
  3. Simone R . La terza fase. Forme di sapere che stiamo perdendo. Laterza, 2006
  4. Sartori G. Homo videns. Laterza, 1997
  5. Bandara P, Carpenter DO. Planetary electromagnetic pollution: it is time to assess its impact. The Lancet.com/planetary-health, december 2018; e512-513
  6. Marchese M, Moheddine A, Patrone F. IoT and UAV integration in 5G hybrid terrestraile-satellite networks. Sensors 2019; 19:3704
  7. Simko M, Mattsson MO. 5G wireless communication and health effects. A pragmatic review based on available studies regarding 6 to 100 GHz. Int J Environ Res Public Health 2019; 16: 3406
  8. Dimonte M. Electrosmog, progresso, salute. Levante ed., 2004
  9. The 5G Appeal: scientists and doctors warn of potential serious health effects of 5G. www.5gappeal.eu, sept 2017
  10. Carlberg M, Hedendahl L, Koppel T, Hardell L. High ambient radiofrequency radiation in Stockholm city, Sweden. Oncology Letters 2019; 17:1777-1783

 

TABELLA 1.

Esposizione ai campi elettromagnetici (cem) a radiofrequenza (RF) e microonde (MW): 0,5 megahertz (MHz)- 100 gigahertz (GHz). Meccanismi patogenetici
– effetto termico (surriscaldamento dei tessuti, proporzionale all’energia radiante): denaturazione di macromolecole; anomalie del sistema protezione dagli shock termici (HSP)
– effetti non-termici (stress ossidativo e alterazione dielettriche indipendenti dall’energia fotonica): produzione di radicali liberi; deficit di enzimi anti-ossidanti; apoptosi neuronale; demielinizzazione; attivazione di canali ionici transmembranari; disfunzioni di recettori e neurotrasmissione; danni della barriera emato-encefalica; disfunzioni epigenetiche; genotossicità (aberrazioni cromatidiche; rottura del DNA); stimolo proliferativo; iperglicemia; alterazioni elettrocardiografiche

TABELLA 2.

Patologie associate all’uso ordinario del telefonino
– tumori cerebrali: neurinoma dell’acustico; gliomi; meningiomi
– disturbi della sfera psichica: memoria, attenzione, apprendimento
– malattie neurodegenerative: demenza; Parkinson; SLA
– disturbi del sonno
– disfunzioni tiroidee
– sfera riproduttiva: sterilità maschile; abortività
– sindrome da elettrosensibilità (EHS)
– esposizione gestazionale: iperattività; disturbi dell’apprendimento del bambino

 

 

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