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ALL’UNIVERSITA’ DI LECCE UNA PROSPETTIVA DI ASSOLUTO VALORE

 

Il sistema formativo italiano a livello universitario è basato su comprovate e solide radici che traggono la loro origine da una lunga storia culturale e tradizione di approfondimento della conoscenza che risalgono al mondo classico, ma che hanno mantenuto nel tempo un solido valore di stimolo verso osservazione dei fenomeni, critica empirica e ragione, pilastri fondamentali del sapere.

Queste caratteristiche del sistema formativo italiano, se da una parte hanno permesso all’Università di mantenere quel ruolo attrattivo anche verso studiosi provenienti dall’estero e animati dalla ricca tradizione culturale del nostro paese, dall’altro hanno tenuto in qualche modo ingabbiato il sistema in una configurazione per certi versi statica, non sempre pronta a rapidamente adeguarsi a quei cambiamenti dettati dall’avanzamento delle conoscenze, oggi in gran parte basati su una robusta componente tecnologica.

A sostegno di queste due affermazioni vorrei citare un paio di dati aneddotici dalla mia personale esperienza maturata nel corso degli anni, rispettivamente da una parte la costantemente alta richiesta internazionale di partecipazione, anche ahimè in tempi di lockdown epidemico, a una delle Summer School dell’Università di Pisa, presso cui sono Professore Ordinario di Neurologia della Scuola di Medicina, dal titolo Italian Language and Culture, dall’altra l’iniziale difficoltà che provai nel trovarmi, all’epoca della mia prima esperienza all’estero per un dottorato di ricerca, nel mettere in atto nella pratica il mio bagaglio di apprendimento. Ebbene, proprio a fronte di un elevato livello di contenuti, una maggiore dose di pragmatismo dovrebbe far parte del bagaglio formativo di uno studente universitario, a maggior ragione in un ambito, quello medico, in cui le biotecnologie appaiono di indispensabile ruolo.

In quest’ottica un innovativo corso di laurea in area medica orientato in senso bio-ingegneristico e più generalmente in senso biotecnologico, di cui abbiamo sentito parlare per l’Università di Lecce, si propone come prospettiva di assoluto valore in grado di mettere a disposizione un’offerta formativa allo stesso tempo di elevato profilo culturale ma aggiornata con i tempi e in grado di indirizzare con appropriatezza i giovani laureati sia sulla ricerca che sul mondo del lavoro. In questo senso il rapporto con le imprese, anche del territorio, e, nella specificità dell’area medica, con il Sistema sanitario nazionale, troverebbe una funzionale collocazione in grado di garantire quel trasferimento di conoscenze sempre più necessarie per sviluppare i sempre più vasti contesti entro cui una figura del medico con competenze biotecnologiche si potrebbe trovare ad operare.

SALVAGUARDARE I PILASTRI TRADIZIONALMENTE FONDANTI DELLA FIGURA MEDICA

Sicuramente, inoltre, la ricerca, spesso nel nostro paese e per vari motivi difficile da guardare come elemento fondamentale di un sistema sociale complesso ; si arricchirebbe in tal modo un settore di prestigio cui dedicare risorse, umane sicuramente, ma anche economiche per l’attrazione di questo campo applicativo della medicina da parte dei settori di sviluppo di aziende e industrie coinvolte in settori di punta dello scenario attuale, si pensi alle telemedicina e alla economia verde, in cui una formazione in medicina biotecnologica avrebbe un ruolo determinante .

Una mia personale esperienza a questo riguardo è un recente, 30-31 ottobre 2020, Congresso Internazionale organizzato (virtualmente)a Pisa sulle Malattie Neuromuscolari, un settore di personale interesse dedicato a malattie che colpiscono i nervi periferici e l’apparato muscolare, si pensi per esempio alle distrofie muscolari, interamente dedicato alla e-Health, la salute elettronica nelle sue varie interpretazioni e applicazioni derivanti da quanto le biotecnologie e l’innovazione ad esse legate possono offrire nella assistenza a malattie e a cui hanno anche partecipato bioingegneri e bioinformatici dell’Università del Salento.

Di queste non possiamo certo mettere in secondo piano gli aspetti biopatologici, molecolari e clinici, pur sempre fondamentali, ma alle quali dobbiamo anche guardare con una prospettiva diversa, moderna quale scaturita d nuove conoscenze, ma soprattutto in grado di offrire risposte pragmatiche e applicative alla soluzione di problemi assistenziali.

A questo punto è vero che, in una visione più tradizionale della figura professionale, un’impronta formativa verso un medico biotecnologo potrebbe generare pur giustificate perplessità legate al rischio di depauperare il relativo profilo culturale di componenti fondamentali dell’arte medica, ma a mio parere sarebbe sufficiente un’attenzione nei piani di studio a salvaguardare pilastri tradizionalmente fondanti della figura medica, in tal modo aprendo la stessa a una contaminazione densa di opportunità senza mai trascurarne il precipuo ruolo.

Ancora riportando l’iniziativa della “e-Health” nelle Malattie Neuromuscolari, è stata lanciata la proposta di istituire una Società Scientifica posizionata nel settore in questione, sicuramente multidisciplinare in cui i medici e gli specialisti di varie branche, ovviamente soprattutto i neurologi, dialogano, si confrontano e collaborano, oltre che con le associazioni dei pazienti, con altri profili professionali, biotecnologi, bioingegneri, bioinformatici, in una progettualità che anima anche a livello internazionale relazioni con prestigiose istituzioni accademiche e del mondo del lavoro, promuovendo scambi di idee, di esperienze, di studenti e ricercatori.

 

prof. Gabriele Siciliano
prof. Gabriele Siciliano – Pisa

 

Professore Ordinario di Neurologia dal 2016 e Direttore della Clinica Neurologica della Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana dal 2020.
Specializzazione in Neurologia ed in Medicina Fisica e Riabilitativa. Dottorato di Ricerca Discipline Neurologiche e Neurosensoriali, Università di Ancona. Post-Dottorato di Ricerca in Neuroscienze, Università degli Studi di Ancona, 1991-1993.
Direttore della Scuola di Specializzazione in Neurologia dell’Università di Pisa.
Chairman del Panel Muscle and Neuromuscular Junction Disorders della European Academy of Neurology, Past-President della Associazione Italiana di Miologia, Consiglio Direttivo della Società Italiana di Neurologia, Coordinatore Nazionale per la Rete Europea Malattie Rare per le Malattie Neuromuscolari ERN Euro-NMD, etc.etc

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