Numero 4 – 2020
Scritto dalla Dr. Giovanna Trevisi – Neurologa ASL Lecce
L’ESPERIENZA DEL CENTRO CEFALEE DEL DISTRETTO DI CAMPI
Desidero affrontare un argomento che mi riporta con affetto al ricordo di un congresso, da me organizzato nel maggio 2018 in un piccolo centro della provincia di Lecce, in occasione della giornata nazionale delle cefalee “Cefalea: dal MMG e dal pediatra al neurologo viaggiando con Alice nel Paese delle Meraviglie”.
Un tempo non molto lontano appannaggio esclusivo del neurologo ospedaliero, le cefalee sono finalmente e giustamente divenute gestibili anche dal territorio, così come altre patologie quali demenze, Parkinson, SLA…
Nel corso degli anni si è, infatti, andata progressivamente delineando la figura dello specialista delle cefalee, operante in una forma più strutturata, rappresentata dagli ambulatori dedicati o Centri Cefalee, così chiamati in quanto dotati di quelle specifiche caratteristiche richieste dalle nostre Società scientifiche.
Il venir meno, pertanto, dell’esigenza della differenziazione ospedale-territorio, ha trovato grande consenso tra gli specialisti territoriali, in quanto foriero di pari dignità tra i due ambiti soprattutto perché l’attenzione si sposta, dalla logistica in sé, alla qualità ed ai requisiti del servizio. Un centro territoriale, ad esempio, può essere dotato di quelle caratteristiche che lo elevano di livello rispetto ad un centro ospedaliero vicino e viceversa, conservando tra l’altro in sé quelle peculiarità tipiche che portano anche il servizio al domicilio del paziente qualora le necessità lo richiedano.
Diventa, quindi, ridondante ed inutile la differenziazione ospedale-territorio, fermo restando invece l’incontrovertibile e necessaria presenza dei Centri ad alta specialità di riferimento universitari, non solo ai fini clinico-diagnostici ma soprattutto per la ricerca. A testimonianza di quanto esposto, posso portare la mia esperienza personale del Centro Cefalee del DSS di Campi Salentina (Lecce), dove opero da un po’ di tempo ed in cui, l’attenta collaborazione con i MMG e con i pediatri i quali inviano i loro pazienti senza passare dall’ambulatorio di Neurologia generale, produce un notevole risparmio di tempo e di energie unitamente ad un significativo riscontro da parte degli assistiti stessi. Semplici contatti telefonici ed il passa-parola (all’epoca) e le più attuali vie telematiche in seguito, hanno fatto sì che la strada tracciata fosse seguita in maniera corretta.
Tengo, inoltre, a precisare che presso questa struttura afferiscono anche bambini ed adolescenti con mal di testa e che casi particolarmente complessi vengono inviati al Centro cefalee dell’età evolutiva del Policlinico di Bari, così come per gli adulti. A questo punto, si chiude il cerchio territorio-ospedale/università con un ruolo di avanguardia del territorio che, superando quindi schemi ormai obsoleti, fa sì ad esempio che il mio centro cefalee di Campi sia stato abilitato ad utilizzare terapie innovative quali quella con Anticorpi Monoclonali per il trattamento dell’emicrania cronica. Una modifica ad una recente delibera regionale dell’agosto 2020 (destinata originariamente solo ad ospedalieri ed universitari) ha ulteriormente sancito il superamento dell’ormai inadeguata distinzione “ospedale-territorio” autorizzando anche i nostri centri cefalee territoriali pugliesi alla prescrivibilità dei predetti farmaci.
Diventa, pertanto, necessaria la divulgazione dei PDTA delle cefalee ai MMG ed ai pediatri, opportuno filtro per gli accessi in PS, al fine di una migliore gestione di tale patologia ormai considerata “Malattia sociale”. Da quanto detto, si sarà certamente percepito il grande entusiasmo che provo in questo percorso inclusivo del territorio che riconosce a quest’ultimo, a volte e magari solo per brevi tratti, non più il ruolo di “Cenerentola” ma un ruolo di attivo co-protagonista sulla scena della sanità pubblica.
