I PROGENITORI ILLUSTRI DELLA MODERNA TECNOLOGIA
“Colui che vedrà crescere le cose fin dal loro inizio le vedrà nel modo più perfetto” (Aristotele).
L’osservazione degli strumenti medico-chirurgici i che i nostri predecessori hanno “inventato” ed utilizzato ci consente di conoscere l’evoluzione della nostra disciplina e di renderci conto dell’esistenza di una continuità del pensiero medico nel corso dei secoli. Infatti la medicina dei nostri tempi, caratterizzata da una straordinaria ricchezza tecnologica, è strettamente collegata alla medicina del secolo scorso, le cui concezioni influiscono ancora sul nostro pensiero, anche attraverso ciò che ci è stato tramandato dai nostri Maestri.
Un Museo quale quello di Gallipoli, allestito grazie soprattutto alla passione ed all’entusiasmo di Antonio Coluccia e di Fausto Gatto, lungi dall’essere una arida collezione di strumenti desueti, è una straordinaria sintesi del divenire e del progredire dell’arte sanitaria nel corso degli anni: sintesi che merita più adeguati spazi per accogliere quanto ancora sopravvive nei depositi polverosi degli ospedali salentini.
E’ necessario altresì che le Istituzioni locali si preoccupino di dare continuità nel tempo a quest’opera attraverso opportuni interventi. Spazi idonei e continuità consentiranno di fare di tale Museo un luogo non trascurabile di interesse culturale ed in virtù di tale convinzione la Redazione di Salento Medico è lieta di proporre ai Medici Salentini una carrellata fotografica di strumenti di un tempo.

Anestesista e Pneumologo, Lecce
ORIGINALE INIZIATIVA PER NON DIMENTICARE UN PASSATO STRAORDINARIO
Ognuno di noi avrà sentito parlare del mistero degli Etruschi, un popolo che, conquistato da Roma, scomparve nel nulla. Niente di più falso, semplicemente dimenticarono rapidamente la loro cultura, la loro letteratura, la loro stessa lingua e si latinizzarono. Quindi un popolo che non conserva o dimentica il proprio passato è destinato a scomparire, cosa che sta già avvenendo con la nostra lingua sempre più infarcita da inutili e non necessari termini inglesi.
Noi abbiamo ancora un ricordo del nostro passato sanitario? Fino a sette decenni fa la malaria regnava sovrana sulle nostre incantevoli coste ma… chi lo ricorda più? Chi ricorda più la ruota dei conventi per i bambini abbandonati, il baliatico pagato dai comuni, l’eroismo dei primi medici condotti, l’accettazione fatalistica della sofferenza della malattia considerata espressione della volontà divina? Ci si affidava impotenti chiedendo intercessione di santi “specializzati” in determinate malattie.
E’ in questo spirito che alcuni anni fa tre sognatori rispondenti ai nomi di Antonio Coluccia, Fausto Gatto, Enrico Viola, si posero il problema di fare qualcosa per conservare il ricordo del nostro passato in un mondo quale quello della Medicina che si evolve sempre più rapidamente e sempre più rapidamente dimentica. Decisero pertanto che la creazione di un museo, di una biblioteca storica e di un archivio storico annesso, potesse aiutare a comprendere meglio il presente meditando sul passato.
Era un sogno, ma alcune volte i sogni diventano realtà. Si occuparono personalmente della pulizia degli strumenti chirurgici e del restauro dei vecchi macchinari spesso accompagnati dall’ironia di alcuni Colleghi i quali consigliavano caldamente di occuparsi dei nuovi apparecchi anziché preoccuparsi di quelli vecchi, come se le due cose fossero incompatibili fra loro.
Riuscirono con fatica ad ottenere locali da utilizzare sia come deposito del materiale man mano raccolto, sia come sedi di esposizione, nonchè autorizzazioni da parte della Direzione ASL. E’ stato un lavoro lungo cui in rapporto alle proprie professionalità hanno collaborato anche Giuseppe Albahari, Giuseppe Architetto, Maria De Giorgi, Amedeo Perrone, ma infine il Museo di Storia della Medicina del Salento è diventato una realtà. Il 27 maggio del 2017 è stato inaugurato dalla Direttrice della ASL LE Silvana Melli, con la partecipazione in diretta video del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, del Sindaco di Gallipoli e Presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, e di numerose Autorità. Ha fatto gli onori di casa il Direttore Sanitario dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Egidio Dell’Angelo Custode.
Nel museo viene esposto materiale recuperato dai depositi del vecchio ospedale di Gallipoli con poche ma preziose aggiunte da altri ospedali oltre a donazioni di privati che qui cogliamo l’occasione per ringraziare: dr. Italo Rasciale; Prof. Luigi Cataldi; Eredi del dr. Mario Caputo; Eredi del dr. Antonio Cataldi; prof. Gino Meuli; Eredi dr. Personnè; dr. Nino Vacca; sig. Enzo Guida; Eredi del dr. Gaetano Fontana. Un ringraziamento particolare poi, va fatto al dott. Salvatore Selce e alla Compagnia teatrale “La Calandra”, per la loro collaborazione nella raccolta fondi.
Il museo, allogato al piano terra dell’Ospedale di Gallipoli, espone i suoi reperti per specialità, presenta una ricca collezione di letti chirurgici e di strumenti radiologici. E’arricchito anche da uno strumentario chirurgico della prima metà del XIX secolo usato soprattutto per le amputazioni, che insieme ad un flebotomo in madreperla del XVIII secolo ne rappresentano i fiori all’occhiello.
Fa parte del sistema museale di Gallipoli, ormai conosciuto con l’acronimo SMuG, è stato affidato per la gestione ordinaria all’associazione culturale Amart ed è ormai fruibile a chiunque lo desideri. Molto rimane ancora da fare, il Museo ha necessità di essere ampliato in quanto non è più in grado di accogliere donazioni di materiali di grossa mole. C’è la necessità di ampliare gli spazi espositivi, di aggiungere scaffalature per salvaguardare le pubblicazioni scientifiche che vengono donate.
Ma più di tutto c’è bisogno di menti giovani che comprendano che la lunga evoluzione dell’arte di guarire, da Ippocrate ai giorni nostri, fa parte integrante della nostra storia e a questo titolo delle nostre radici. Considerando che gli artefici di questo museo non possono più essere considerati giovani, è necessario sensibilizzare altri soggetti che possano far parte del comitato a cui passare un domani il testimone.

