Numero 2 – 2021
Scritto dal Dr. Luigi Giovanni Lupo
UN INVESTIMENTO STRATEGICO IN SENSO CULTURALE, SOCIALE ED ECONOMICO
E’ alquanto ovvio, innanzitutto, Osservare quanto l’istituzione della Scuola di Medicina presso l’Università del Salento a Lecce, ad orientamento biologico ed ingegneristico, sia un evento importante per la comunità salentina e per la Puglia e di questa iniziativa va dato merito a quanti l’hanno concepita e fondata.
Tale istituzione partecipa alla rete formativa universitaria regionale con una connotazione originale e moderna, affianco a quelle di Bari, Foggia e Taranto, tutte con diverso orientamento ed armonicamente integrate.
Ma è soprattutto rilevante perché rappresenta un investimento strategico in senso culturale, sociale ed economico ed un’occasione unica di progettare, sperimentare, validare una nuova didattica della Medicina. Non si può trascurare, inoltre, la coincidenza straordinaria della contemporanea nascita della nuova Scuola di Medicina e l’emergenza pandemica da infezione virale che viviamo da oltre un anno. Tale evento con tutta la sua drammaticità è da considerarsi uno stress-test per il sistema Ricerca/Assistenza Sanitaria/Formazione, funzioni specifiche dell’Università, ed ha messo in evidenza importanti aspetti, che inducono a ripensare quanto sia centrale nella società il ruolo della Scuola Medica stessa. Tra essi:
- l’importanza della tutela della salute;
- il bisogno di figure professionali preparate, qualitativamente e quantitativamente;
- il ruolo sociale della ricerca sia di base che clinica;
- l’importanza della tecnologia e del digitale applicati alla ricerca, alla didattica ed alla pratica clinica.
Ed a corollario numerosi altri aspetti quali lo sviluppo, la salvaguardia e la trasmissione della conoscenza scientifica; la validità del metodo scientifico e la sua diffusione nella cultura popolare; i metodi e la responsabilità nella formazione del medico e, in particolare, quelli relativi alla didattica di base, all’addestramento professionale ed all’aggiornamento continuo. Qui non serve ribadire i limiti di una Sanità pubblica e di una Università strozzate finanziariamente e/o mal orientate, delle insufficienti risorse umane e professionali, della limitatezza/mal-distribuzione degli investimenti nella ricerca in generale e bio-medica in particolare (1)(8) , della scarsa attrattiva che la carriera universitaria ormai riveste per la sua continua mortificazione dalla burocrazia e dalle clientele, della perdita delle risorse umane migrate all’estero, della migrazione intellettuale sud-nord, del relativo sotto-sviluppo del settore industriale bio-medico italiano agganciato alla ricerca in ambito universitario (2)(3).
Però è straordinariamente importante che gli uomini che “faranno l’impresa” della nascente Scuola di Medicina del Salento, facciano tesoro dei passati guasti, limiti, se non errori, e diano vita ad un organismo che abbia risorse selezionate per competenza e merito ed educhi nuove generazioni all’entusiasmante pratica della ricerca e della cura della salute. Inoltre, la nuova Scuola Medica ad indirizzo bio-tecnologico nel Sud si pone come occasione unica di crescita culturale del Meridione e potenzialmente può dar vita ad attività produttive locali possibilmente in una stretta collaborazione pubblico-privato.
La nascita della Scuola coincide, inoltre, con una “revisione critica del funzionamento” dell’Università e della Scuola di Medicina in particolare, avviata in Italia, ma anche altrove, sotto la spinta della rivoluzione nelle comunicazioni, dell’esplosione delle nozioni /conoscenze, della digitalizzazione, etc.
Rimane indissolubile lo stretto legame tra formazione-ricerca-assistenza, che caratterizza la Scuola di Medicina ovunque, già riconosciuto come lo strumento più valido per perseguire la qualificazione professionale, stimolare e sviluppare la ricerca ed assicurare un alto standard di cura, con un continuo reciproco potenziamento delle tre attività. E le tre competenze dovranno essere proprie in egual misura della figura del Medico “docente” della Scuola e del futuro medico.
Come cambierà, come sta cambiando la Scuola di Medicina e come dovrebbe cambiare?
Innanzitutto, ogni considerazione sulla Scuola di Medicina in ogni suo aspetto, va messa in relazione con il SSN e le dinamiche epidemiologiche da una parte e la rapida evoluzione tecnologica che investe sia la formazione che la pratica clinica oltre all’attività di ricerca.
1. Accesso alla Scuola di Medicina e la Qualificazione
Il limite del numero chiuso/ programmato è stato già messo in discussione. Del Sistema Sanitario italiano è noto l’insufficiente rapporto di medici e collaboratori sanitari, standardizzato per 100.000 abitanti, inferiore alla media dell’EU e dei suoi maggiori paesi, ed il costante gap tra regioni del Nord e del Sud. Si paga in tal caso il prezzo del mancato reclutamento di medici degli ultimi anni per il ridotto finanziamento della Sanità. (L’ ANAAO stima, infatti, un fabbisogno di 20.000 medici nei prossimi anni). Pertanto, un misurato allargamento dell’accesso è necessario, ampliando i criteri di selezione, pur mantenendo un test non penalizzante all’entrata. Infatti, l’attuale test non mi pare misuri l’attitudine individuale ad una “professione che deve essere eccellente ed umanitaria”.
Tale attitudine dovrebbe essere testata come capacità di lavorare in teams, ed interagire con persone diverse, abilità ad affrontare situazioni diverse, pensare criticamente, utilizzare la tecnologia, etc, con riferimento al contesto sociale nel quale opera il medico italiano. L’incremento della popolazione studentesca comporta di necessità l’incremento del personale, docenti e ricercatori, e delle risorse materiali e di conseguenza, ancora una volta, l’incremento delle risorse finanziarie ed il loro utilizzo razionale ed ottimale. Attualmente il personale docente è sottodimensionato e tale situazione diverrà più drammatica in seguito alla fuoriuscita per limiti di età nei prossimi anni di una quota elevata, essendo attualmente tra il più anziano d’ Europa. (2)
E si apre qui lo spinoso problema del reclutamento, selezione e qualificazione dei docenti e ricercatori. Pur riconoscendo i progressi compiuti con l’adozione dell’ASN (Abilitazione Scientifica Nazionale), esso rimane, tuttavia, ancora un sistema di cooptazione corporativistico, non sufficientemente “aperto”.
Tuttavia bisogna riconoscere che il “sistema” universitario di Medicina, nonostante i suoi limiti, negli anni passati ha prodotto personale medico qualificato, se si considera l’attuale performance del SSN in confronto con gli altri paesi dall’EU e gli USA.
2. La Didattica/ la Formazione
Non v’è dubbio che la formazione comincia nella scuola media superiore ove, purtroppo, si registra un abbassamento del livello medio di preparazione sia umanistico che scientifico. Ne deriva che va dapprima “rafforzata” la preparazione del ciclo intermedio, presupposto alla qualificazione universitaria.
Senza necessariamente stravolgere l’attuale ordinamento didattico, la Scuola va orientata verso l’acquisizione di competenze, più che delle nozioni.
Qui basti sottolineare solo alcune delle cose che cambiano, dall’evoluzione del rapporto Insegnante/allievo, alla integrazione delle scienze di base con la pratica clinica, dalla flessibilità dei percorsi formativi, all’utilizzo di tecnologie digitali nella diagnostica e nella clinica ( diagnosi e terapie personalizzate, elaborazione degli algoritmi decisionali, etc), dall’addestramento con simulatori all’accesso a banche dati, passando da una formazione individualistica ad una forma collaborativa.( 5-7)
L’ideale, tuttavia, della formazione medica rimane l’integrazione sapere, abilità, tecnologia ed umanità.
3. La Ricerca
Le aree nelle quali si va sviluppando sono state già indicate: la prevenzione delle malattie e la diagnosi precoce, la genetica in senso diagnostico e terapeutico e la sua integrazione con l’ambiente; ma soprattutto, la biologia molecolare dei tumori e l’immunologia con la possibilità di cura di molte malattie; ed Infine, la tecnologia applicata alle immagini ed al laboratorio e l’integrazione della tecnologia nella tecnica chirurgica. (6)
La nascente Scuola Medica del Salento dovrà saper indirizzare il suo interesse in alcune di queste aree e l’auspicio è che possa dar vita e/o collaborare ad attività produttive locali.
Perché questa ”rivoluzione” accada occorrono finanziamenti pubblici con facilità nell’accesso ai fondi europei, metodi trasparenti di selezione del personale e criteri impostati al merito, collaborazioni nazionali e trans-nazionali, uscendo dallo stretto provincialismo e familismo che tanto ha afflitto la nostra Università.
Non resta che augurare ed augurarci che ciò accada per il Salento, per la nostra terra, e per questo serve impegno e passione costante.
“L’obiettivo (dell’Università) è rendere la ricerca un veicolo per trasformare le conoscenze specialistiche in sapere collettivo, volano di crescita culturale sociale ed economica in territori a fortissimo rischio di spopolamento ed impoverimento” Elena Cattaneo, Senatrice a Vita, Marzo 2021.

Professore Associato in Chirurgia Generale
Dip. Emergenza e Trapianto d’Organi – Università di Bari
Direttore UOSD Chirurgia Epato-Biliare e Trapianto di Fegato
Az. Ospedaliero-Universitaria Policlinico, Bari
Ha al suo attivo > 400 Trapianti di Fegato intero e split, > 500 Resezioni epatiche, > 1500 procedure per tumore del fegato, > 500 interventi maggiori sulle vie biliari e pancreas, > 500 interventi per chirurgia oncologica maggiore, > 5000 Procedure invasive percutanee
La sua Area di ricerca è rappresentata da
Biologia molecolare dell’Epatocarcinoma e del Colangiocarcinoma
Terapie chirurgiche dei Tumori del fegato e delle Vie biliari
Immunologia del Trapianto di fegato
Originario di Casarano
Referenze e Note
1. Tito Boeri e Roberto Perotti vs Elena Cattaneo: Il finanziamneto della ricerca in Italia. La Repubblica, Marzo 2021
2. Annuario Scienza-Tecnologia-Società, sec. OCSE: Italia: 27° posto per Investimento in ricerca 1.2 % PIL 19° posto per ricerca di base 0.32 % Ricercatori <40 aa: Italia 13% vs Lussemburgo 62 % Pubblicazioni Scientifiche: Rilievo 8° posto per rilievo Citazioni: 22° posto (Nature, Science) Università – Medicina: 200° posto (PD e Mi-San Raffaele)
3. Open Polis – Investimenti in R&D: Italia Svezia Germania Francia EU 1.2* 3.4 ( 4 % ) 3.0 2.0 2.0 (3 % ) Piemonte E.R. Veneto Puglia 2.2 1.96 1.28 0.84*
4. Metodo scientifico nella ricerca e Società. “La scienza è un’impresa sociale (perché) il progresso si basa sugli sforzi collettivi compiuti da migliaia di individui operanti nel quadro della disciplina fornita dal metodo scientifico” in J. Stiglitz: Popolo, Potere, Profitti – Einaudi 2020.
5. Come cambierà la ricerca scientifica dopo la pandemia – in “Science after the pandemic” – The Economist, 1st April 2021
6. Jasmine Wong – The future of Medical School – 2021
7. Ronal Harden – Ten Key features of future Medica School”. 2018
8. E. Cattaneo – La Repubblica, Marzo 2021