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TUTTO CIO’ CHE ABBIAMO IMPARATO DA QUESTA PANDEMIA

COVID-19 in 5 mesi ha colpito oltre 7 milioni di persone uccidendone 400.000 pari al 5,7%; l’Italia dopo essersi conteso il primato con la Cina è passata al settimo posto per numero di contagi, per cui oggi ai primi tre posti di questa triste classifica ci sono, anche per decessi, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna ed il Brasile che, sarà un caso, sono nazioni governate da soggetti che hanno platealmente minimizzato la portata della pandemia e la necessità delle misure di contenimento a partire dal lockdown.

E’ invece oggi evidente che senza quest’ultimo in Italia alla data dell’8 giugno non avremmo avuto, come sostiene Guido Silvestri professore alla Emory University di Atlanta, solo 286 persone ricoverate in terapia intensiva, ma saremmo stati certamente più vicini ai 151.000 stimati erroneamente da alcuni modelli utilizzati da consulenti ministeriali per prevedere l’andamento dell’epidemia, che hanno portato le Regioni a sovra dotarsi di posti letto di rianimazione COVID, come è stato il caso dei 600 posti del Padiglione Fiera di Milano.

UN REPORT PER SEGUIRNE GIORNO PER GIORNO L’EVOLUZIONE

Comunque si è finalmente conclusa la seconda fase dall’inizio della pandemia ed il terzo Report di monitoraggio sul suo andamento mostra dati che, pur in un contesto di persistente trasmissione diffusa del virus, descrivono a livello nazionale una situazione epidemiologicamente sotto controllo, con un rischio di trasmissione non controllata del virus che è “ basso”, ma in cui resta doveroso continuare a mantenere il rispetto rigoroso di alcune fondamentali misure di contenimento, quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico.

Secondo il Report è inoltre necessario mantenere elevata l’operatività dei Dipartimenti di Prevenzione per continuare a favorire la consapevolezza e la compliance della popolazione, realizzare la ricerca attiva e l’accertamento diagnostico di potenziali casi, il loro isolamento e la quarantena dei loro contatti stretti.
I dati in Puglia sono sicuramente confortanti: nella settimana dal 25 al 31 maggio sono stati registrati 34 nuovi casi con un’occupazione di posti letto di Terapia Intensiva al 3%, ed al 6% di altri posti ospedalieri.

Dal secondo al terzo Report vediamo, in percentuale, un dimezzamento dei casi positivi rispetto ai tamponi effettuati, rispettivamente si è passati infatti dallo 0,8% allo 0,4%. Guardando più da vicino il territorio salentino, al 3 giugno nella provincia di Lecce si registrano 515 positivi; la provincia salentina è dunque la quarta nella regione, dopo Bari, Foggia e Brindisi.

La pandemia ha messo a dura prova la ASL e le sue capacità prestazionali in condizioni di stress, a consuntivo si può dire che, nonostante la carenza di DPI che ha intralciato tutta la prima fase, anche grazie alle donazioni di privati, le strutture ASL hanno risposto bene. A partire dal 118 che è riuscito a garantire tutti gli interventi a rischio senza che alcun operatore abbia contratto l’infezione, i Pronto Soccorso, le U. O. di Malattie Infettive e la Rianimazione del V. Fazzi hanno fronteggiato in modo adeguato l’emergenza e per fortuna i posti letto di terapia intensiva del nuovissimo DEA sono stati utilizzati solo in piccola parte.

Dal canto suo il Dipartimento di Prevenzione ha messo in campo tutte le proprie risorse garantendo coi SISP non solo l’accertamento tramite tampone dei casi, il tracciamento dei contatti e la sorveglianza sanitaria, a partire dal periodo di maggiore prevalenza di casi che si è verificata nella provincia salentina dal 16 marzo al 30 aprile, ma anche una costante ed intensa attività di informazione della popolazione.

E’ stata data risposta a migliaia di telefonate di cittadini che chiedevano informazioni e chiarimenti sulle disposizioni dei numerosi DPCM, Ordinanze e Disposizioni Regionali che si sono accavallati, in particolare sul ruolo dei Medici di Medicina Generale, gli spostamenti nella regione e tra regioni, sulle modalità di esecuzione dei tamponi, sulle modalità della quarantena, sulla stessa sintomatologia da COVID 19.

L’emergenza in provincia di Lecce è cominciata con l’ormai famoso parrucchiere di Aradeo, che ha visto coinvolte ben 140 persone ricontattate dal Dipartimento e poste in isolamento, seguito dal focolaio dell’ospedale di Copertino che all’improvviso ha visto interessato un intero nosocomio con operatori e pazienti, le RSA ed in particolare La Fontanella balzata all’onore della cronaca per le gravi carenze organizzative che hanno costretto la ASL ad intervenire. Ultimi, non per importanza, la nave ormeggiata a Brindisi con positivi bordo e l’improvviso rientro di studenti e lavoratori fuori sede che in meno di 24 ore sono tornati a Lecce.

IL LAVORO DEL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE DELLA ASL

Il Dipartimento di Prevenzione ha dato vita ad una rete di collaborazione con gli altri presidi della ASL per fornire risposte non solo al singolo cittadino, ma anche al mondo produttivo con il lavoro degli Spesal, costantemente intervenuti per garantire la tutela della salute dei lavoratori, sia di quelli che hanno continuato a lavorare durante il lockdown, compresi gli operatori della Sanità, sia delle aziende che hanno riaperto in un secondo momento.
COVID19 ci ha insegnato un sacco di cose, come ad esempio:

  1. che il termine “virale”, non è nato per indicare i messaggi twitt o facebook di successo;
  2. che esistono i virologi che sono solo una piccola parte degli specialisti che si occupano di malattie contagiose, essendo affiancati da una nutrita compagnia di infettivologi, microbiologi, immunologi, epidemiologi, statistici, informatici ed anche veterinari;
  3. che tra le branche della Medicina esiste l’Igiene collettiva ed individuale che alcuni secoli fa scoprì l’importanza di non ammassarsi come pecore, di lavarsi le mani, di non alitare e sputazzare in faccia agli altri né a terra, di areare i luoghi di vita e di lavoro e di pulirli quotidianamente;
  4. che la Medicina non è una scienza esatta ma che impara dall’osservazione e dalla sperimentazione e può anche sbagliare;
  5. che per disinquinare almeno un po’ aria, acqua e suolo basta un breve confinamento delle orde umane;
  6. che i sovranisti a livello mondiale quando devono affrontare un problema internazionale serio si dimostrano penosi e pericolosi;
  7. che gli scienziati amano i talk show più delle veline;
  8. che si possono tenere comportamenti virtuosi anche senza essere costretti dalla polizia;
  9. che restare di più a casa ti da la possibilità di stare un po’ con la famiglia, di leggere persino un libro e di risparmiare in carburante, alimenti e divertimenti;
  10. che la scuola è una cosa importante, se non altro per togliersi i figli di torno;
  11. che si può pregare e pentirsi in privato anche senza battersi pubblicamente il petto in Chiesa;
  12. che i Medici sono necessari non solo per chiedergli risarcimento danni;
  13. che il Sistema Sanitario Nazionale è fondamentale per tutti per cui è giusto pagare le tasse, unico strumento per sostenerlo anche quando non se ne ha bisogno;
  14. che si sopravvive anche senza precipitarsi al Pronto Soccorso per qualsiasi malore;
  15. che i DPI per il rischio biologico sono una dotazione standard per gli studi medici e non solo in corso di pandemia;
  16. che è meglio fare parte di una comunità grande come l’Europa che di una piccola nazione schiacciata tra grandi potenze;
  17. che i vecchi sono una risorsa che ti pesa quando c’è ma rimpiangi quando te la rubano;
  18. che la clorochina utilizzata da settant’anni per la malaria secondo riviste scientifiche leader è meglio non usarla per COVID 19 perché tossica… anzi NO?;
  19. che i virus fanno il salto di specie da alcuni millenni, ma possono diventare pandemici più facilmente con la mobilità aerea intercontinentale;
  20. che l’inquinamento può peggiorare gli effetti sulla salute anche di altri patogeni.

 

FOCUS_3 Dr. De Filippis Giovanni
Dr. De Filippis Giovanni
Direttore Dipartimento Prevenzione ASL Lecce
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