Fenomeni di anosima e disgeusia in gran parte dei pazienti
L’olfatto e il gusto, sebbene intimamente connessi, sono due sensi distinti e dotati ciascuno di specifici recettori. E come l’udito è specializzato alla percezione dei cambiamenti di pressione nell’aria e la vista alla percezione della luce, l’olfatto e il gusto sono specializzati alla percezione delle sostanze chimiche presenti nell’aria o nel cibo. Gusto e olfatto ci aiutano, quindi, a interpretare il «mondo chimico.» Dal punto di vista filogenetico «l’olfatto», insieme al «gusto» è uno dei sensi più primordiali ed entrambi hanno notevole rilevanza clinica. Nella nostra percezione la funzione olfattiva non viene ritenuta allo stesso livello della vista o dell’udito. Secondo Lorenzo Magalotti, «delicato odorista» del seicento, la gerarchia dei sensi sarebbe: 1.Tatto; 2.Vista; 3.Udito; 4.Gusto; 5.Olfatto.
OLFATTO
Il sistema olfattivo è in grado di identificare una vasta gamma di sostanze chimiche presenti nell’ambiente. La maggior parte degli odori che percepiamo sono, in realtà, miscele di sostanze chimiche. L’olfatto è un processo molto complesso il cui percorso inizia nel naso con l’epitelio olfattivo, prosegue con il nervo olfattivo che si porta al bulbo olfattivo e quindi, per mezzo del tratto olfattivo, giunge alla corteccia cerebrale olfattiva [Figura 1].

La trasduzione delle informazioni olfattive si verifica nell’epitelio olfattivo che riveste circa la metà delle cavità nasali. Questo epitelio è a diretto contatto con l’ambiente e se, da una parte, consente ai neuroni olfattivi di accedere direttamente alle sostanze odorose, dall’altra è aggredibile da varie circostanze come: temperatura, inquinanti, allergeni, microrganismi, sostanze tossiche, azioni traumatiche, etc.
Questa facile aggredibilità può spiegare: perché le cellule olfattive si rigenerano continuamente, la loro facile suscettibilità ad agenti infettivi virali e la diminuzione della funzione olfattiva con l’età. Le cellule recettoriali olfattive una volta stimolate convogliano il loro stimolo alla corteccia cerebrale olfattoria del lobo temporale, dove si realizza la percezione cosciente della sensazione odorosa. Il network di connessioni è comunque molto più ampio realizzandosi connessioni con l’ipotalamo, l’ippocampo (memoria olfattiva), l’amigdala (risposte emozionali) e la formazione reticolare (risposte viscerali alla sensazione olfattiva).
Parliamo di iposmia quando si ha una riduzione del senso dell’olfatto; di anosmia quando questo è abolito e di vari tipi di alterazioni della qualità dell’olfatto come la cacosmia e la parosmia. Le eziologie di questi disturbi sono classificabili in: 1. di conduzione (in cui un processo infiammatorio della mucosa nasale, come per allergia, interrompe la funzione meccanica dell’olfatto); 2. di origine centrale (dovuti ad esempio a malattie neurodegenerative); 3. neurosensoriali (per degenerazione dell’epitelio olfattivo neurosensoriale per cause virali o tossiche). Nel caso di disfunzione in corso di COVID-19 ci riferiamo ad una disfunzione neurosensoriale causata dalla malattia virale.
GUSTO
I recettori del gusto sono prevalentemente disposti sulla lingua ma si ritrovano anche sul palato e nella faringe e laringe. Il sistema gustativo si caratterizza per la presenza di tre differenti tipi di papille gustative disposte sulla lingua: 1. Le papille fungiformi, che si trovano verso la parte anteriore della lingua; 2. le papille circonvallate che si trovano nella parte posteriore della lingua a definire il noto V linguale; 3. Le papille foliate che sono disposte lungo i lati della lingua. Esiste anche un quarto gruppo di papille chiamate filiformi, le più diffuse sulla lingua che, però, non contengono recettori gustativi. Ogni papilla gustativa contiene un certo numero di recettori del gusto specializzati alla trasduzione di un particolare stimolo gustativo (dolce, salato, acido, amaro e, inoltre, il cosiddetto umami) [Figura 2].

Ogni recettore, sensibile alle sostanze chimiche presenti negli alimenti, è esposto verso la cavità orale e presenta numerosi microvilli al fine di aumentare la superficie di contatto con gli stimoli stessi. L’estremità opposta della cellula recettoriale entra in contatto con varie fibre nervose dei nervi: glossofaringeo (9° nc), corda del timpano-nervo facciale (7° nc) e nervo vago (10° nc). Quando uno stimolo gustativo entra nel cavo orale, questo si lega ai recettori di membrana della cellula gustativa recettoriale, attivandosi in tal modo la liberazione di neurotrasmettitori e, in conclusione, viene inviato il segnale gustativo all’area gustativa del sistema nervoso centrale dove si realizza la sensazione cosciente del gusto. Un brevissimo ricordo anche sull’importanza del ruolo della saliva nel senso del gusto.
Ad esempio la sensazione di salato è dovuta alla percezione degli ioni sodio (Na+) nella saliva. Invece la percezione dell’acido è dovuto alla concentrazione degli ioni idrogeno (H+). Parliamo di ipogeusia quando si ha una riduzione del senso del gusto; di ageusia quando questo è abolito e di disgeusia quando invece sia ha una sua alterazione.
Alterazioni del gusto e dell’olfatto in corso di infezione da COVID-19
E’ aspetto molto noto che, nel corso di infezione da COVID-19, molti soggetti hanno problemi di alterazione del gusto (disgeusia) e dell’olfatto (anosmia) con percentuali molto variabili e comprese fra il 19.4% e l’88%. Il valore più basso ci indica che almeno un paziente su 5 ha problemi di gusto e olfatto. In un interessante lavoro pubblicato1 viene evidenziato che, nel campione esaminato, l’anosmia era stata osservata nel 73% dei casi «prima» della diagnosi e nel 26.6% era il primo sintomo di COVID-19. Gli autori riportano anche che la parziale o completa risoluzione dell’anosmia si aveva nel 26% dei casi e, di conseguenza, in 3 pazienti su 4 l’anosmia e la disgeusia rimangono ma, non è ancora noto, se tali disturbi rimangono persistentemente per anni.
In questo recentissimo lavoro: Olfactory Dysfunction: A Highly Prevalent Symptom of COVID-19 With Public Health Significance2, viene evidenziato un aspetto molto rilevante: la comparsa improvvisa di anosmia dovrebbe essere considerata come un sintomo (marker) di possibile infezione di COVID-19 e quindi, in tal caso, è necessario attivare subito le procedure di screening per COVID-19 al fine di identificare i pazienti nelle fasi più precoci della malattia; ciò è molto rilevante perchè questo sintomo potrebbe risolversi rapidamente e il soggetto potrebbe diventare un portatore asintomatico. Nel lavoro viene anche aggiunto che non è necessario eseguire una valutazione avanzata di imaging.
L’interesse maggiore, almeno dal punto di vista scientifico, è però verso la domanda: «quale è il meccanismo patogenetico attraverso cui si realizzano queste disfunzioni?» Ad aprile 2020 è stato pubblicato il lavoro Potential pathogenesis of ageusia and anosmia in COVID-19 patients3 che affronta proprio questo aspetto e la conclusione è di «incertezza» sull’esatta patogenesi ma, allo stesso tempo, la comprensione di questi meccanismi potrebbe essere fruttuosa per comprendere il modo in cui il virus si diffonde attraverso l’organismo. Quindi, non è ancora ben noto l’esatto meccanismo patogenetico dei disturbi post-virali dell’olfatto.
Tuttavia si ritiene che possano entrare in gioco vari meccanismi4 come: 1. l’infiammazione della mucosa nasale e il conseguente edema, riducono il flusso aereo nasale verso la mucosa olfattiva; 2.la distruzione della mucosa olfattiva realizzata dal virus, partecipa alla gravità della disfunzione olfattiva in modo variabile in relazione alla reattività che ha la mucosa nasale sia alla carica che al sierotipo virale. A tal proposito dobbiamo ricordare che ACE2 è il principale recettore del COVID-19 e questo recettore giuoca un ruolo cruciale riguardo al meccanismo di ingresso del virus nelle cellule. La distribuzione e l’espressione dell’ACE2 nel corpo umano può indicare le potenziali vie che utilizza il virus quali porte d’ingresso nel nostro organismo. E’ stato visto5 che l’ACE2 è ben presente ed espresso nel cavo orale, specie a livello della lingua e i risultati indicano che la mucosa del cavo orale può essere una via potenzialmente ad alto rischio di infezione di COVID-19. E’ anche vero che l’anosmia post-infezioni virali (Post Viral Olfactory Dysfunction-PVOD) non è una novità assoluta.
Le infezioni virali delle alte vie respiratorie sono la principale causa di disfunzione olfattiva. Ad esempio, in questo lavoro del 2007: Identification of Viruses in Patients With Postviral Olfactory Dysfunction, vengono riportati quali virus responsabili, soprattutto i Rhinovirus ma anche i Coronavirus, Parainfluenza e Epstein Barr. Infine una nota sul trattamento: in caso di sospetto di disturbi dell’olfatto correlati a COVID-19 non trova indicazione l’uso di corticosteroidi che, anzi, potrebbero intensificare l’infezione6.
Per quanto attiene la disfunzione gustativa, è utile ricordare che gli odori (le molecole delle sostanze chimiche) possono giungere all’epitelio olfattivo, sia anteriormente attraverso la cavità nasale (orthonasal olfaction), ma anche provenendo posteriormente dal rinofaringe (retronasal olfaction) così, quando mastichiamo e ingoiamo il cibo, gli odori emessi da questo, attraverso il rinofaringe stimolano comunque i recettori per l’olfatto. Pertanto se diminuisce la funzione olfattiva diminuisce di conseguenza anche quella gustativa.

Dirigente medico U.O.C. Otorinolaringoiatria. P.O. V. Fazzi – ASL LE

U.O.C. Responsabile Otorinolaringoiatria
Ospedale V. Fazzi – Lecce
Bibliografia
- COVID-19 Anosmia Reporting Tool: Initial Findings. Kaye R, Chang CWD, Kazahaya K, Brereton J, Denneny JC 3rd.Otolaryngol Head Neck Surg. 2020 Apr 28
- Olfactory Dysfunction: A Highly Prevalent Symptom of COVID-19 With Public Health Significance. Sedaghat AR, Gengler I, Speth MM. Otolaryngol Head Neck Surg. 2020 May 5
- Potential pathogenesis of ageusia and anosmia in COVID-19 patients. Vaira LA, Salzano G, Fois AG, Piombino P, De Riu G.Int Forum Allergy Rhinol. 2020 Apr 27.
- High expression of ACE2 receptor of 2019-nCoV on the epithelial cells of oral mucosa Hao Xu, Liang Zhong, Jiaxin Deng, Jiakuan Peng, Hongxia Dan, Xin Zeng, Taiwen Li and Qianming Chen. International Journal of Oral Science volume 12, Article number: 8 (2020)
- Clinical evidence does not support corticosteroid treatment for 2019-nCoV lung injury. Russell C.D., Miller J.E., Baillie J.K. Lancet. Feb. 2020;395(10223):473–475
- Anosmia, hyposmia, and dysgeusia as indicators for positive SARS-CoV-2 infection. Wilson P. Lao, BS,Sarah A. Imam, MD,and Shaun A. Nguyen, MD.World J Otorhinolaryngol Head Neck Surg. 2020 Apr 17