IL RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA VALUTAZIONE DELLE ABITUDINI VOLUTTUARIE
Nel corso dei secoli gli uomini hanno sempre ricercato godimenti procurati dall’assunzione di sostanze in grado di riprodurre i piaceri tipici di particolari situazioni di vita. Le droghe agiscono da amplificatori di recettori normalmente presenti nel nostro organismo e la dopamina è la formula chimica della felicità.
Nel campo della tossico dipendenza gli scenari sono notevolmente mutati; sul mercato hanno fatto la loro comparsa nuove droghe e nuove tipologie di consumatori.
Fra le nuove sostanze allucinogeni, eccitanti, Smart drug che rispondono ad una richiesta sempre varia e personalizzata.
In un tale scenario il medico di famiglia ha bisogno di aggiornare le sue competenze e conoscenze per “imparare a leggere e interpretare” le forme di disagio incipienti e le patologie che inevitabilmente conseguono all’uso smodato e reiterato nel tempo. Il medico di famiglia è il front Office della sanità, primo impatto per il paziente in cerca di aiuto, in grado di intervenire sia in prevenzione primaria che secondaria per evitare la comparsa di patologie conseguenti all’abuso.
Nell’ambulatorio del MMG c’è la possibilità di interpretare segni indiretti quando il paziente richiede impropriamente farmaci “sospetti” (antidolorifici, barbiturici, benzodiazepine, anoressizzanti, codeina) che sviluppano il sospetto di trovarsi al cospetto di un tossico dipendente. Oppure si può diventare confidenti quando si è riferimento per fugare angosce, dubbi e paure. Quando la tossicodipendenza è preminente c’è l’obbligo di ricercare patologie determinate dalla droga. Spesso si è a supporto di famiglie lasciate sole a gestire familiari travolti dal vortice dell’incontrollato piacere voluttuario.
Il MMG poco preparato ad affrontare i problemi legati alla tossicodipendenza ha necessità di agire in collaborazione con i SerT, i privati accreditati, il volontariato per un problema di carattere non solo sanitario, ma sociale. Necessario un linguaggio comune, corsi di aggiornamento continui, organizzazioni che rispondano ad una unica regia. La medicina territoriale deve acquisire le competenze necessarie per un ruolo da comprimario che le compete per rappresentare la fanteria del sistema, impreparato alle nuove sfide che la tossicodipendenza pone.
Conoscere le differenti droghe sul mercato, i loro effetti, la ricerca impossibile della riproduzione degli effetti senza danni, il desiderio di ritorno alla normalità, è indispensabile per una corretta valutazione del paziente e per stabilire il giusto approccio alla diagnosi e alla terapia.
Accanto alla cocaina, derivati dall’oppio, cannabis, anfetamine, ketamina, ecstasy, con le sue pastiglie accattivanti, colorate, ritroviamo le Smart Drug che i cani non riescono a fiutare. Le droghe furbe realizzate per eludere controlli e sorveglianza, in grado di continuare a creare vittime e schiavi di un mondo artificiale che, dopo le prime fasi, lascia sconfitti, prigionieri in cerca di aiuto o vinti incapaci di reazione, pronti a soccombere.
Noi medici di base intendiamo svolgere con competenza il nostro ruolo, rivolto non solo allo screening delle patologie che la tossicodipendenza crea ma impegnati nella prevenzione primaria. In quella secondaria la ricerca dei possibili danni all’apparato cardiovascolare deve essere costante, nella consapevolezza di come rappresentino un dato acclarato, comune a tutte le droghe, esacerbato dalle commistioni che ne potenziano gli effetti come la cocaina, eroina e hascisc associate al fumo e all’alcol. In conclusione lo scopo dei medici è salvare la vita, non giudicarla, porre maggiore attenzione al fenomeno per essere il front Office della sanità, coinvolti in un impegno ampio e articolato, in grado di garantire prevenzione primaria e secondaria. Il MMG ha in cura ogni paziente che a lui si rivolge, in scienza e coscienza, perché non è deontologicamente corretto rifiutare un intervento terapeutico. Bisogna prescindere da atteggiamenti moralistici e preconcetti affinando i rapporti col SERT e le Comunità per un riferimento organico nell’unica finalità comune, la prevenzione, che necessità del supporto di tutti.