DIAGNOSI E GESTIONE TERAPEUTICA
La tossicità cardiovascolare delle droghe genera grande interesse. L’argomento è molto ampio e complesso, e comprende sia la farmacologia clinica che sperimentale che la tossicologia con diramazioni in varie discipline tra cui la cardiologia.
Sebbene quasi tutte le sostanze d’abuso abbiano effetti tossici sul sistema cardiovascolare, la cardiomiopatia associata all’uso di metamfetamina è una entità nosologica sempre più riconosciuta in un contesto di rapida diffusione della metamfetamina a causa del basso costo della sintesi. La metamfetamina, in cui l’aggiunta del gruppo metile aumenta notevolmente la lipofilia della molecola e le consente di attraversare rapidamente la barriera emato encefalica, incrementa la concentrazione post sinaptica delle catecolamine mediante vari meccanismi: aumento del rilascio citosolico vescicolare della dopamina e noradrenalina nel neurone terminale, riduzione della degradazione delle catecolamine mediante il blocco dell’inibitore della monoamino ossidasi, ridotto reuptake presinaptico delle catecolamine.
La metamfetamina inoltre si lega a numerosi recettori presenti nel sistema cardiovascolare fra cui, recentemente, ha riscosso grande interesse sperimentale il recettore sigma-1. (σ1R)
Il meccanismo molecolare del recettore sigma-1 è stato estrapolato da campioni autoptici di cuori umani e dalla somministrazione a topi con modalità simili al “binge and crash”, la modalità di assunzione tipica nella dipendenza da metaamfetamina.
Il recettore decresce significativamente nel cuore umano e nel cuore dei topi trattati, associandosi a danno cellulare, fibrosi e disfunzione mitocondriale. L’inibizione da parte della metamfetamina del recettore sigma-1 porta a sua volta all’inibizione di un’altra proteina collegata al cAMP (“CREB”) e alla ridotta espressione di un’ultima proteina (FIS1) indispensabile per il processo di “fissione mitocondriale”. La conseguenza è l’alterazione della dinamica e funzione dei mitocondri.
La caratteristica unica del recettore sigma-1 è che lo stesso può essere stimolato da numerosi ligandi, e quindi potrebbe essere un target potenziale per combattere gli effetti patologici (cerebrali e cardiaci) della metamfetamina.