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Numero 3-2021

Scritto dal dott. Salvatore Silvio Colonna

QUANDO UN EVENTO SPORTIVO PUO’ INSEGNARE MODELLI DI COMPORTAMENTO

Il 12 giugno 2021, al 43esimo minuto della partita di calcio Danimarca Finlandia, partita del primo turno di Euro 2020, Cristian Eriksen, giocatore della Danimarca e dell’Inter, si accasciava esanime sul prato verde del Parken Stadium di Copenaghen, sotto gli occhi delle telecamere che trasmettevano la partita in eurovisione. I compagni di squadra prendevano immediata coscienza della drammaticità della situazione, e, tra di essi, il capitano Simon Kjaer interveniva immediatamente assicurando la pervietà delle vie aeree (“ Airway”, la lettera A dell’alfabeto della Rianimazione) e iniziando il massaggio cardiaco esterno (MCE), poi continuato dai Medici nel frattempo intervenuti; subito dopo organizzava istantaneamente con i suoi compagni di squadra un vera e propria “ diga” intorno a Cristian, contemporaneamente provvedeva anche a consolare la moglie.

Simon Kjaer si comportava da vero capitano che immediatamente avvertiva il peso della responsabilità, da grande “leader” di una grande “squadra” che, pur nella drammaticità degli eventi, eseguiva le indicazioni del capitano con compostezza e rapidità. Ergendo immediatamente un muro intorno a Cristian la squadra danese proteggeva il compagno di squadra dagli occhi delle telecamere impedendo la trasmissione di quelle immagini a milioni di telespettatori e, nel contempo, consentiva le migliori condizioni di lavoro ai soccorritori.

Questa situazione improvvisa di angosciosa emergenza veniva vissuta da Simon Kjaer e dai suoi compagni con la percezione concreta del “rischio” di morte che Cristian Eriksen stava correndo, e , nonostante l’elevato impatto emotivo, veniva “gestita” efficacemente in virtù di una eccellente “comunicazione” di squadra con la conseguente definizione istantanea ed istintiva di responsabilità e compiti, e il tutto generava comportamenti “adeguati” e “tempestivi” presupposto imprescindibile per l’efficacia degli stessi.

Buona comunicazione, adeguatezza delle condotte, tempestività degli interventi sono gli ingredienti indispensabili ed irrinunciabili per la corretta gestione di situazioni in cui vi è il rischio reale che un atto medico possa determinare esiti diversi da quelli desiderati.

Gestione del rischio clinico

Il Focus di S.M. 3/2021 affronta il tema della “gestione del rischio clinico”, in sintonia con altre iniziative dell’OMCeO di Lecce in tema di responsabilità professionale e di miglioramento della comunicazione, tutte indirizzate alla prevenzione, per quanto possibile, del cosiddetto “errore”, vero o presunto, e della conseguente conflittualità. Nell’ambito di questo Focus pubblichiamo uno scritto inedito di LUIGI COSENTINO, valoroso Collega da poco scomparso, da lui inviato alla Redazione di Salento Medico poco tempo prima della sua improvvisa morte. Al doloroso distacco fisico sopravvivono le emozioni, l’affetto, la stima, i ricordi, e la lettura dell’articolo di Luigi fa rivivere, in coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato, la competenza e la passione che permeavano ogni suo intervento.

Sulla gestione del rischio clinico sono stati scritti fiumi di parole, e non è possibile riportare neppure sinteticamente le tante sfaccettature di un tema la cui conoscenza non deve mancare a chiunque, a qualsiasi titolo, opera nella sanità con l’obiettivo di “produrre salute”. Pertanto questo Focus, lungi dall’essere completo ed esaustivo, intende portare la riflessione solo su alcuni aspetti. E’ ovvio che nel parlare di rischio clinico non possono essere sottovalutati fattori da noi Medici poco o niente influenzabili, quali il contesto istituzionale, dal quale dipendono vincoli economici e risorse disponibili, e l’ambiente di lavoro, condizionato dalle dotazioni di personale, dalle competenze presenti, dai carichi di lavoro, dalla disponibilità di adeguate risorse strumentali.

Cionondimeno, nell’interesse nostro e dei pazienti affidati alle nostre cure, vi sono fattori sui quali noi possiamo incidere positivamente e che pertanto, richiedono da parte nostra il massimo dell’attenzione. Una “buona” comunicazione interprofessionale e una buona comunicazione tra medici e pazienti/familiari, una strutturazione del lavoro che preveda la supervisione e la possibilità di aiuto, l’adozione di comportamenti dettati da protocolli condivisi e scritti o non già da abitudini non controllate e tramandate oralmente (“ si è sempre fatto così “ ), una chiara definizione delle responsabilità ed altro ancora, sono tutti fattori di buona pratica clinica che possono prevenire l’errore evitabile e condurre ad un costante miglioramento delle prestazioni del team. Salento Medico vuole pertanto solo stimolare la riflessione su un tema trasversale che interessa “tutti” i medici, la cui conoscenza è essenziale per migliorare gli standard qualitativi della nostra attività a vantaggio di coloro che si rivolgono a noi per recuperare o mantenere lo stato di salute, ed evitare, per quanto possibile, angosciose conflittualità.

 

Editoriale Dr. Colonna Salvatore Silvio
Dr. Colonna Silvio
Anestesista e Pneumologo, Lecce. Direttore di Salento Medico

 

 

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