Numero 3-2021
Scritto da Mario Vigneri
IN UN LIBRO DI DE SIMONE LA STORIA DELLA RADIOLOGIA NEL SALENTO
L’amico Ennio De Simone, dottore in Scienze Biologiche, laureato presso l’Università degli Studi de L’Aquila, ha recentemente pubblicato un libro dal titolo“Fotografare l’invisibile – Nascita della Radiologia Medica nel Salento”. Il Prof. De Simone ha insegnato Scienze Naturali ed è coordinatore editoriale di «Scuola e Ricerca», rivista edita dal Liceo Scientifico “G. Banzi Bazoli” di Lecce. Si è tra l’altro prevalentemente dedicato ai temi riguardanti la Storia della Scienza con particolare riferimento all’ambito salentino. Ha pubblicato numerosi articoli e monografie, anche in collaborazione con l’Università di Lecce e con la Sezione leccese della Società di Storia Patria per la Puglia di cui è Socio.
La prefazione è curata dalla Professoressa Gabriella Sava, professore associato di Storia della scienza presso il Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo dell’Università del Salento. Gli ultimi anni del XIX secolo sono ricordati, in ambito medico, anche per una straordinaria scoperta casualmente realizzata nell’ambito della fisica. Si tratta della scoperta che il 28 dicembre 1895 il suo autore presentò alla Società fisico-medica di Würzburg. La scoperta di «una nuova specie di raggi», simbolicamente denominati ‘raggi X’, per distinguerli da altri tipi di raggi e, al contempo, per segnalare come ancora non se ne conoscessero chiaramente l’origine e le caratteristiche. La misteriosa radiazione, capace di attraversare i corpi opachi ed impenetrabili alla luce ordinaria e di impressionare lastre fotografiche, era stata scoperta da Conrad Röntgen, professore di fisica nelle università bavaresi di Würzburg prima e di Monaco poi. A lui fu assegnato il Nobel per la fisica nel 1901, primo anno di assegnazione del premio.
In tempi immediatamente successivi i raggi X passarono dai laboratori di fisica alle istituzioni mediche e sanitarie. Nel giro di pochi anni sui raggi X furono pubblicati circa tremila scritti e alcune decine di libri nei quali s’illustrarono le potenzialità delle radiazioni, aprendo verso gli studi sulle sostanze radioattive e, in generale, sulla radioattività. Nel suo fotografare l’invisibile Ennio De Simone indaga e narra di come venne accolta a Lecce e nel Salento la notizia della scoperta dei raggi X. L’Autore riferisce che alla fine del 1895 il Corriere della Sera pubblicò la notizia e pochi giorni dopo anche i giornali locali, «Il Messaggero Salentino», il «Corriere Meridionale», «La Gazzetta delle Puglie», «La Provincia di Lecce», dettero notizia della scoperta.
La piccola città di Lecce partecipò quindi attivamente alla curiosità scientifica che stava contagiando il mondo. Tra marzo ed aprile del 1896 si assisteva così nel Salento ai primi esperimenti di radiologia, che ripetevano in gran parte le prove fatte da Roentgen. Una buona parte della monografia del De Simone è dedicata ai pionieri della radiologia nelle aree della provincia di Lecce. I primi sperimentatori salentini furono i docenti di fisica delle scuole storiche di Lecce, in particolare del liceo Palmieri e dell’istituto tecnico Costa. In quest’ultimo spiccavano i nomi del professore di fisica Angelo Scippa, di San Cesario di Lecce, e del suo collega l’ingegner Francesco Buonerba. Al Palmieri invece insegnava un fisico forestiero, che risponde al nome di Abdenago Marianini, nipote del fisico Stefano Marianini di Pavia, allievo di Alessandro Volta.
“Ma niente si sarebbe potuto fare – puntualizza il prof. De Simone – se i nostri fisici non fossero stati affiancati da valenti tecnici di laboratorio, come Enrico de Regzy, uno svizzero di origini ungheresi trapiantato a Lecce alla fine dell’800, esperto nel campo dei parafulmini”. Ricordiamo anche Cesare Macchia ed altri.
Lecce si attrezzò precocemente con la radiologia medica, anche perché era stato appena fondato l’ospedale psichiatrico “Giovanni Libertini”. Fu proprio il medico Libertini, nel 1903, assieme al tecnico Salvatore Grasso, ad eseguire le prime radiografie sugli ospiti. Nel 1904 anche a Poggiardo un medico condotto, Tommaso Lucrezio, aprì uno Studio Radiologico. In pochi anni furono aperti studi di radiologia anche a Taranto ed a Bari. Viene ricordato anche Domenico Fumarola, che negli anni ’20 – ’30 introdusse la radiografia con mezzo di contrasto presso la clinica De Franchis, dove lui esercitava.
Un altro grande radiologo leccese fu Vito Potenza, che negli anni ’30 eseguì le prime indagini stratigrafiche che possiamo oggi considerare come le antenate della Tac. Ma ormai siamo ai tempi dei radiologi salentini di seconda generazione, i cui nomi sono importanti ancora ai tempi nostri.
Con la seconda generazione di radiologi, operanti nel periodo che va dalla fine della Grande Guerra, durante la quale fu fatto ampio ricorso alle radiografie, fino a tutti gli anni quaranta del Novecento, si realizzò la fondazione nel territorio di numerosi Istituti radiologici di cui furono pubblicizzate le diverse specializzazioni. Ricordiamo per esempio le terapie in campo dermatologico ed oncologico.
In particolare nelle case di cura, come la Clinica De Franchis e la Clinica Ronzini di Lecce o presso l’Ospedale Civile di Lecce ed in alcuni studi radiologici privati, come quelli di Potenza, di Calabrese o di Quarta Colosso, operò una seconda generazione di medici specialisti in radiologia con alta professionalità, sicché il territorio provinciale poté competere senza demerito con le altre zone d’Italia. È bene tuttavia ricordare anche le vittime illustri di questa scienza, tra cui Ruggero Calabrese, insignito poi della medaglia d’oro. Nonostante la mancanza di testimonianze documentali relative al complesso delle attività svolte nel Salento nel settore radiologico, le indagini di De Simone riescono meritoriamente a dare conto delle diverse dimensioni connesse con la ricezione, l’affermazione e gli sviluppi della scoperta dei raggi X nel nostro territorio.
Anche nel Salento infatti si passò rapidamente dalle attività, che si potrebbero definire ludiche, all’utilizzazione in ambito medico, sia per le applicazioni diagnostiche, sia per quelle terapeutiche. Avvenne un po’ come accadde nel campo anestesiologico a proposito del protossido d’azoto, detto anche gas esilarante, col quale, prima di sperimentarlo in campo odontoiatrico, si tenevano delle rappresentazioni in piazza anche a pagamento. Il racconto del Professor De Simone, frutto della sua meticolosa e certosina ricerca, si ferma comunque agli anni 40 del secolo scorso. È tuttavia importante sottolineare lo scopo di tale ricerca, che riporta alla luce la storia della Radiologia nel Salento, che da molti è stata un po’ dimenticata, quando non proprio misconosciuta.
